Acorn Computer Ltd, specialmente ai più giovani, non suonerà familiare, ma questa compagnia inglese ha scritto un bel pezzo di storia informatica. Solo un esempio, la sigla “ARM” dei diffusissimi processori sta per “Acorn Risc Machine”, ma di questo torneremo a parlare in futuro.
Agli inizi della sua storia, la Acorn aveva prodotto microcomputer dedicati al calcolo scientifico ma ben presto si rivolse al mercato degli home computer e nel 1980 ottenne un buon successo con l’Atom.
Nel 1981, proprio quando l’Acorn stava sviluppando il progetto Proton, che sarebbe andato a sostituire l’Atom, la BBC (British Broadcasting Corporation), annunciò il suo progetto per l’alfabetizzazione informatica che prevedeva una serie di trasmissioni televisive e necessitava di una piattaforma all’avanguardia.
Il Proton aveva tutte le carte in regola per sbaragliare la concorrenza delle altre compagnie britanniche (Sinclair e Dragon) e soddisfare i requisiti imposti dalla BBC.
Sotto il profilo hardware il Proton era inappuntabile, basato sul veloce MOS Tecnology 6502 a 2 Mhz, aveva 16/32 KB di RAM e 32 KB di ROM, buone capacità grafiche e sonore ed era facilmente espandibile.
La BBC a sorpresa bocciò il prototipo presentato dicendo che non rappresentava a pieno la loro idea di moderno home computer; Acorn non fece una piega e poco tempo dopo ripropose la stessa identica macchina ma con i tasti funzione colorati di uno sgargiante arancione.
Questa volta il progetto venne approvato e il Proton fu lanciato nella primavera del 1982 con il nome di BBC Micro al prezzo base di 235 sterline.
Nel Regno Unito il BBC Micro diventò il computer didattico per eccellenza, diffusissimo in ambito scolastico, ne furono vendute circa un milione di unità.
Il successo purtroppo non fu replicato all’estero e i tentativi di esportazione fallirono.