Se davvero l’uomo punta a colonizzare Marte entro i prossimi decenni, deve innanzitutto pensare a come portare sul pianeta rosso le strutture in cui vivere e far sì che siano sufficientemente resistenti da garantire un’adeguata protezione da un clima poco ospitale. Il progetto BEAM messo in campo da NASA in collaborazione con il team Bigelow Aerospace si inserisce alla perfezione in quest’ottica.
Il nome completo è Bigelow Expandable Activity Module e si tratta di un modulo abitativo espandibile installato sulla Stazione Spaziale Internazionale alla fine di maggio. Resterà in posizione per un periodo complessivo pari a due anni, durante il quale l’equipaggio di bordo entrerà circa 130 volte per effettuare rilevazioni e condurre test. I primi risultati sono incoraggianti: la copertura offre un sufficiente livello di schermatura contro le radiazioni cosmiche e non sono stati rilevati danni provocati dall’impatto con i detriti presenti nello spazio. L’unica anomalia rilevata riguarda una temperatura leggermente superiore a quella prevista in sede di simulazione, ma ciò non costituisce un problema: lo sarebbe invece se all’interno di BEAM facesse freddo, poiché creerebbe condensa.
Perfezionare i processi di lancio, installazione e utilizzo di moduli come questo permetterà inoltre di abbattere notevolmente i costi realizzativi e operativi delle missioni spaziali, in particolare quelli legati al trasporto delle componenti. Più moduli potrebbero essere stoccati in uno spazio contenuto, per poi arrivare ad occupare le dimensioni adatte ad ospitare l’equipaggio una volta agganciati alla ISS o ad altre stazioni in orbita.