Il film più visto su Netflix non è una grande produzione hollywoodiana, bensì una pellicola indipendente. È quanto ha rivelato Ted Sarandos, alla guida della gestione dei contenuti per il colosso dello streaming, durante un’intervento per Deadline: la pellicola più vista su Netflix è “Beasts of No Nation”, a quota 3 milioni di riproduzioni negli Stati Uniti. Un successo non solo per la piattaforma online, da qualche giorno disponibile anche in Italia, ma soprattutto per il cinema indie: con le giuste strategie di distribuzione, infatti, anche i titoli più di nicchia possono trovare ampissimo spazio e conseguenti guadagni.
“Beasts of No Nation”, una distribuzione Netflix Originals disponibile anche sulla versione italiana del servizio, è un film del 2015 scritto e diretto da Cary Fukunaga, basato sul romanzo “Bestie senza una patria” di Uzodinma Iweala. La trama, incentrata in un paese dell’Africa occidentale dilaniato dalla guerra, racconta la storia di Agu, un bambino costretto a diventare soldato per un’armata locale. Presentato in anteprima all’ultima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, nonché al Toronto International Film Festival, il lungometraggio è giunto nelle sale USA lo scorso 16 ottobre e, contemporaneamente, sulla piattaforma Netflix a livello mondiale. Promosso a pieni voti dalla critica, la produzione ha largamente convinto il pubblico, tanto da aver già raggiunto i 3 milioni di riproduzioni. Così ha commentato Sarandos il successo dell’iniziativa di distribuzione:
Siamo elettrizzati per la portata di pubblico totale di questo film, non solo in Nord America, ma in tutto il mondo. Nella prima settimana dal rilascio, “Beasts of No Nation” è stato il film più visto su Netflix, in qualsiasi nazione in cui operiamo.
In particolare, la pellicola starebbe riscuotendo un grande successo soprattutto in quelle nazioni dove il cinema indipendente fatica ad affermarsi, soprattutto in Brasile ma anche in Giappone. Un dato importante, se si considera come Netflix oggi veda 69 milioni di abbonati in 50 nazioni del mondo, 43 dei quali solo negli Stati Uniti. Il successo delle release, forse inaspettata anche per lo stesso colosso, dimostra come vi siano nuovi canali da esplorare per alimentare e finanziare il cinema d’autore, oltre all’approdo nelle sale. Lo streaming, soprattutto quando supportato da un grande operatore del mercato, si rivela una strategia vincente per permettere a pellicole come questa, altrimenti schiacciate da titoli più di massa ai botteghini, di emergere e trovare la propria audience. Un fatto, quello dell’attenzione alla qualità e alla spinta degli indipendenti, che trova conferma anche nella versione italiana del servizio, dove molte sono le perle da scoprire nel catalogo.