Un gruppo di ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha scoperto l’esistenza di un gruppo di stelle antichissime, di un’età paragonabile a quella dell’Universo stesso.
Una scoperta venuta quasi “per caso”, visto che gli scienziati stavano in realtà studiando un ammasso di stelle nella via Lattea con l’obiettivo di osservare le proprietà della nane bianche, corpi celesti molto simili al nostro Sole ma in una fase evolutiva più avanzata.
Mentre gli scienziati italiani si trovavano al telescopio spaziale Hubble di NASA ed ESA per osservare l’ammasso stellare NGC 6752 si sono accorti dell’esistenza di un vicino gruppo di stelle antichissime denominato poi Bedin 1. Più che di un insieme di stelle, i ricercatori si sono accorti di essere di fronte ad una vera e propria galassia, che si trova a 30 milioni di anni luce da noi.
Questa è stata una scoperta davvero fortuita, poiché poche immagini di Hubble sono così profonde e coprono una così piccola area del cielo – commenta Bedin, ricercatore dell’INAF a Padova – Siamo rimasti davvero sorpresi di scoprire che quel gruppo di stelle era in realtà una galassia piccola ed estremamente antica: praticamente uno dei più antichi fossili dell’universo mai osservati
La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society Letters. I ricercatori hanno poi analizzato la galassia Bedin 1, di forma allungata e di piccole dimensioni, pari, nello specifico, a 3 mila anni luce e con una luminosità pari ad un millesimo della Via Lattea. Per quanto riguarda appunto l’età, dalla composizione delle sue stelle gli astronomi hanno dedotto che Bedin 1 potrebbe essere antica quanto l’Universo, che oggi si crede possa avere circa 13,7 miliardi di anni.
Quella che abbiamo scoperto è una galassia decisamente particolare – spiega Daniela Bettoni, ricercatrice dell’INAF di Padova – Tuttavia, riteniamo che possa essere la capostipite di una cospicua popolazione di oggetti simili. Il telescopio spaziale WFIRST, il cui lancio è attualmente previsto per la metà del 2020, avrà un campo di vista e una sensibilità estremamente elevata e potrebbe trovare molte galassie come Bedin 1″