È danaro squisitamente italiano quello piovuto nelle casse della start-up nostrana Bee Tv. La notizia è stata lanciata da TechCrunch portando così in pubblico risalto l’idea in gran parte italiana di quello che Bee Tv intende proporre. E se l’Italia è il paese dei cellulari e delle televisioni, quello che emerge da Bee Tv è la migliore delle sintesi che la tecnologia poteva avviare per cambiare alla radice il concetto della fruizione televisiva per come lo si è sempre immaginato.
Bee Tv< popone un "Personal Content Channel": trattasi di un canale apposito ove vengono veicolati preferenzialmente le programmazioni desiderate dall’utente. Quel che oggi è lo zapping casuale tra i canali televisivi tradizionali, insomma, diventa uno zapping mirato tra quelli che sono i contenuti in possesso, i canali pay-per-view e tutto quel che il gusto personale individuale suggerisce. Tutto ciò su decoder di vario tipo, cellulari, pc ed ogni altro strumento ibrido interessato a sposare una miglior forma di sposalizio tra flusso televisivo ed esperienza di fruizione.
Proprietà olandese, sussidiarie italiana ed israeliana, sede milanese. Bee Tv conta oltre 30 dipendenti ed ora 8 milioni di dollari in più nelle proprie casse a disposizione delle operazioni di sviluppo e lancio del progetto. Trattasi, secondo TechCrunch, di denaro proveniente da fondi Innogest (tra i cui shareholders si elencano Tandem Innovazione, Torino Wireless Foundation, ed Ersel Group,). Una demo di quel che Bee Tv è in grado di proporre è a disposizione sul sito ufficiale:
La vocazione del progetto è tutta nella presentazione di TechCrunch: «La guida tv non sa chi tu sia, quale sia il tuo genere preferito, quale sia il tuo stato d’animo o altro ancora. Per questo motivo non è in grado di provvedere a raccomandazioni su cosa guardare in tv, o quale video potresti voler vedere sul tuo pc o sul tuo telefonino». Bee Tv propone insomma di superare la passività del tradizionale canale televisivo per introdurre anche nella guida ai contenuti un approccio maggiormente “2.0”, in linea con la posizione centrale che l’utente deve assumere rispetto al canale ed ai contenuti veicolati.
Un algoritmo è incaricato di valutare le preferenze e le abitudini di fruizione, così da poter restituire il risultato giusto nel momento opportuno. Il che renderebbe giustizia ai contenuti, costringendo ad un ripensamento ulteriore del concetto di palinsesto e rimescolando ulteriormente le carte su un medium televisivo sempre più messo in discussione dalle pressioni della tecnologia.
In fondo lo si è appurato da breve: il 99% dei video visionati dagli utenti è oggi fruito in tv. La crescita del web è più che altro concettuale, imponendo un approccio differente, ma senza mettere in discussione la comodità del divano e la preferenza per la generosità dello schermo. Bee Tv guarda in questa direzione, portando un approccio “internet” dentro la “scatola parlante”. Il tutto con menti italiane e soldi italiani.