Come già spiegato nell’articolo precedente, i software principali per la virtualizzazione sotto Windows sono: Virtual PC 2007, VmWare Workstation, VirtualBox. Naturalmente stiamo parlando di software a livello desktop, a livello server vengono offerte soluzioni più complesse e performanti.
Per confrontare ancora meglio le varie soluzioni, sono state confrontate le performance di una macchina virtuale con installata Ubuntu 8.10. Sebbene Virtual PC 2007 non preveda il supporto ufficiale per questo sistema, è stato comunque possibile installarlo ed eseguirlo adottando alcuni fix. Il sistema utilizzato per le prove è un portatile Toshiba Satellite U300, dotato di una CPU senza supporto hardware per la virtualizzazione. Per questo motivo, tutti le soluzioni sono state costrette a virtualizzare le risorse del sistema operativo via software.
Il portatile ha la seguente configurazione:
- CPU: Intel Core 2 Duo T5250 1,50 Ghz;
- RAM: 2 GB DDR2 (667MHz);
- Hard Disk: 160 GB (5.400 rpm) Serial ATA;
- Scheda video: Intel GMA X3100.
Tutte le macchine virtuali sono state impostate con 256MB di RAM e, dove è stato possibile, sono stati installati i tool per la virtualizzazione sotto Linux. Tutti i sistemi guest sono stati aggiornati con gli ultimi pacchetti disponibili sui repositories ufficiali Canonical.
Per quanto riguarda la procedura di installazione, con VirtualBox e VMware Workstation non ci sono stati problemi, entrambi i software prevedono la possibilità di scegliere Ubuntu tra i sistemi installabili e hanno riconosciuto senza problemi l’immagine ISO utilizzata per l’installazione. Con Virtual PC 2007 è stato necessario applicare alcuni fix (argomento che verrà approfondito in un altro articolo) per far avviare l’installazione di Ubuntu, alla fine l’installazione è stata portata a termine comunque con successo.
Al riavvio si aveva quindi un sistema Linux completamente funzionante, con Virtual PC 2007 sono stati necessari però ulteriori fix per avviare il sistema. Il grafico seguente illustra i tempi di avvio di Ubuntu con i diversi software e utilizzando l’installazione nativa.
I tempi di avvio sono più o meno allineati, ad eccezione di Virtual PC che impiega quasi il doppio delle altre soluzioni. Nel caso dell’installazione nativa bisogna considerare però che il sistema operativo deve inizializzare un numero maggiore di periferiche.
I grafici seguenti mostrano invece i risultati ottenuti tramite una suite di benchmark per Linux chiamata Hardinfo:
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Dai grafici si nota come il software di virtualizzazione ad ottenere risultati migliori sia VMware Workstation, seguito con poco scarto da VirtualBox. Fanalino di coda del confronto è Virtual PC 2007, che ottiene risultati abbastanza deludenti. Ubuntu, infatti, utilizzando Virtual PC non è molto responsiva e si notano vistosi rallentamenti oltre che instabilità generale.
C’è da dire però che Virtual PC 2007 non prevede il supporto ufficiale per Ubuntu, né fornisce tool aggiuntivi da installare nella macchina virtuale. È curioso notare come nel benchmark CPU MD5 l’installazione nativa ottenga risultati inferiori rispetto alle macchine virtuali.
Il vincitore del confronto è quindi VMmware Workstation, soluzione comunque a pagamento che offre anche funzioni più avanzate rispetto alla concorrenza, come VMware ACE per il deploy delle macchine virtuali. VirtualBox invece si conferma un’ottima soluzione gratis per la virtualizzazione a livello desktop. Virtual PC 2007 delude sotto diversi aspetti, la mancanza più grave è sicuramente il supporto alle periferiche USB (ad eccezione di mouse e tastiere USB).