Quando si parla di Agenda Digitale si pone spesso l’accento sulla necessità di favorire e stimolare la penetrazione dei pagamenti elettronici. Da PayPal a qualsiasi altro tipo di trasferimento digitale di denaro (Bitcoin compreso, eventualmente), il problema è finora stato anzitutto culturale, ma anche legislativo e organizzativo. In questo contesto va però ad incastonarsi la notizia di queste ore, urlata dall’allarme firmato Adiconsum: non solo i pagamenti elettronici altro non sono se una sorta di chimera del futuro, ma l’Italia sembra voler fare un passo indietro tornando addirittura a limitare quelli che sono i pagamenti con carta di pagamento (in particolare Bancomat e carte di credito).
Meglio evitare di sognare pagamenti con NFC o immaginare come potrebbe essere la stazione di servizio del futuro, perché il presente recita una storia dal gusto ben più amaro di quella che vorrebbe veder tracciata l’innovazione tecnologica. La realtà è quella di un passo indietro improvviso che porta a carico degli utenti una commissione su ogni pieno di benzina effettuato, scoraggiando così l’utilizzo della carta di pagamento in favore del denaro contante. Proprio quel denaro contante che si vorrebbe tentare di arginare in favore della lotta al nero e all’evasione fiscale, insomma, torna a essere la base di pagamento per chi preferisce evitare, in tempi di vacche magre, di regalare commissioni laddove già bastano le accise per farsi del sangue amaro.
Questo l’allarme firmato Adiconsum:
Dal 1° aprile, a sorpresa, sono tornate le commissioni se si paga il pieno di benzina con una carta di pagamento. A sorpresa, perché nessuna comunicazione è pervenuta né alle Associazioni Consumatori né tantomeno ai consumatori che si sono recati al distributore per effettuare il pieno. Né, al momento è dato sapere a quanto ammonta la commissione, se è stata ripristinata quella di 0,77 cent oppure no
La novità sarebbe dunque già in atto, senza alcun preavviso. Il che, secondo quanto dichiarato dal presidente nazionale Adiconsum Piero Giordano, è qualcosa di intollerabile poiché del tutto al di fuori di un normale comportamento rispettoso nei confronti dell’utenza:
Ancora una volta si è presa una decisione riguardante le tasche dei consumatori senza coinvolgere le Associazioni Consumatori. Da sempre siamo favorevoli alla diffusione dei pagamenti elettronici come utile strumento per combattere l’evasione fiscale e per ridurre i costi legati all’uso del contante, ma riteniamo che la definizione delle regole da applicare alle commissioni per i pagamenti effettuati con le carte di pagamento, proprio perché interessano sia gli esercenti che i consumatori, debba essere oggetto di un tavolo a cui siedono tutti gli stakeholders coinvolti, compresi quindi anche i Consumatori.
Il decreto
La gratuità delle transazioni era basata su una sorta di regime transitorio che avrebbe dovuto trovare sbocco in una nuova regolamentazione del settore. Un nuovo decreto pone invece fine al regime transitorio, ma al contempo non definisce ancora quel che verrà. Ne scaturisce una situazione destinata a ricadere sul portafoglio degli italiani, i quali non solo debbono scordarsi sistemi più evoluti di pagamento, ma debbono altresì rinunciare alle tradizionali carte di pagamento per tutti gli importi al di sotto dei 100 euro.
Il Decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.75 e predispone il terreno a una regolamentazione di più ampio respiro sul tema dei pagamenti con strumenti elettronici, al fine di armonizzare la legislazione italiana con quella europea e per arrivare a una disciplina unitaria che accomuni tutti i sistemi e tutti i procedimenti. Ambizioni legittime tracciate nel futuro, insomma, al costo di un gravoso passo indietro che lascia segni nell’immediato.
Visto l’articolo 12, comma 10-bis, del citato decreto che fissa il limite temporale di durata dell’applicazione dell’articolo 34, comma 7, della legge 12 novembre 2011, n. 183, alla data di pubblicazione del presente decreto e che pertanto la disposizione ivi contenuta della «gratuita’ dei pagamenti con carte presso gli impianti di distribuzione di carburante» cessa di avere efficacia dalla pubblicazione del presente decreto
Se si vuol parlare di Agenda Digitale bisogna partire da qui, da quella che è la realtà più amara della quotidianità.