Franco Bernabè, amministratore delegato Telecom Italia, non sembra aver accolto di buon grado gli elogi che stanno piovendo su Vodafone per la promessa di investimento nella banda larga mobile in Italia (con tanto di approvazione pubblica anche da parte del neo-ministro per lo sviluppo economico Paolo Romani). La risposta è così giunta nel giro di poche ore, piccante al punto giusto per mettere ancora una volta in evidenza l’animosità tra le parti dopo la proposta “Fibra per l’Italia” con cui Vodafone ha aggregato gli anti-Telecom in una cordata alternativa per la cablatura della rete italiana di nuova generazione.
Bernabé inizia con il proprio plauso velato, mostrando accondiscendenza per l’investimento promesso da Vodafone: «Vodafone in Italia guadagna molto, e ha un Ebitda di 4 mld. Se investe 1 mld è un bene». Ma la stoccata è immediata: «Ma noi dedichiamo 3 mld l’anno per il rinnovo e il rilancio della rete fissa e mobile». E come se non bastasse, si contesta soprattutto il clamore degli annunci: «La differenza è che il nostro progetto “Dream” di rilancio della rete mobile lo abbiamo presentato all’Agcom due mesi fa, con correttezza istituzionale. Vodafone invece ha deciso di presentarlo alla stampa».
Del resto Vodafone ha chiaramente voluto usare il proprio investimento come una provocazione, e come tale è stata recepita. Il gruppo, infatti, non solo ha promesso investimenti, ma ha anche puntato dritto ai paesi vittima di digital divide, affondando così il coltello in una piaga scoperta della rete Telecom. 1 miliardo contro il digital divide, 1 paese coperto ogni singolo giorno per 1000 giorni: la promessa è una iniziativa ostile e va inquadrata nell’ambito della sfida apertasi tra le parti per l’approvvigionamento di nuovi clienti in vista della NGN in previsione. Vodafone e Telecom Italia hanno un dialogo a distanza e poche linee comuni.
Per gli utenti, quantomeno, il vantaggio di una rinnovata concorrenzialità destinata a portare nuovo denaro su un mercato da troppi anni asfittico e (im)mobile.
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