Vodafone: più concorrenza, meno monopolio

In una audizione presso il Senato, l'AD Vodafone Paolo Bertoluzzo ha chiesto concorrenza e rispetto delle regole sul mercato per stimolare la banda larga.
Vodafone: più concorrenza, meno monopolio
In una audizione presso il Senato, l'AD Vodafone Paolo Bertoluzzo ha chiesto concorrenza e rispetto delle regole sul mercato per stimolare la banda larga.

Prezzi bassi, alta concorrenza, molti operatori attivi, livelli di servizio avanzati ed altissima penetrazione della banda larga: secondo Paolo Bertoluzzo, amministratore delegato Vodafone Italia, il mercato mobile in Italia è tra i primi al mondo. Quello che l’Italia può godere nel mobile, però, non è riscontrabile invece nel fisso ove un cronico monopolio ancora ostacola il mercato ed il suo sviluppo

L’intervento avviene di fronte alla Commissione Lavori Pubblici del Senato nel contesto di una apposita indagine conoscitiva sul futuro della banda larga nazionale. «Abbiamo un’unica infrastruttura, di vecchia generazione, che si è sviluppata nel tempo e che inevitabilmente fatica a tenere il passo»: il problema è in questo nocciolo centrale. Secondo Bertoluzzo vi sono sì tassi di guasto molto alti, ma è un prezzo da pagare per la storia della Rete che l’Italia ha a disposizione ed il problema è piuttosto da identificarsi più a monte: v’è una sola infrastruttura, in mano ad un operatore privato il quale ha peraltro sotto di sé il 97% degli utenti. Negli altri paesi europei una concentrazione simile non si verifica, il che impone al nostro paese una situazione monopolistica che oggi è un giogo che si fa grave handicap di mercato.

«Noi crediamo che si debba continuare a lavorare per stimolare la concorrenza» continua Bertoluzzo: occorre anzitutto continuare a focalizzare l’attenzione su Open Access, soluzione a cui Telecom Italia ha aderito ma che necessita oggi impegni ulteriori per migliorare la qualità dell’accesso alla rete da parte degli operatori alternativi. Bertoluzzo chiede però anche di non alleggerire la pressione su Telecom: è necessario monitorare la situazione e verificare che tutte le offerte dell’incumbent possano essere replicabili dai concorrenti. «È necessario tenere la barra dritta sotto questo punto di vista: mollare oggi sul rispetto delle regole sarebbe molto pericoloso, soprattutto ora che si inizia a parlare di reti di nuova generazione».

L’AD Vodafone valuta che il 10% delle utenze italiane (circa 1800 comuni su 8094) non ha accesso alla banda larga, il che penalizza fortemente parte del territorio vincolandolo ad un digital divide cronico e difficilmente risolvibile. Vodafone ha identificato nel mobile una soluzione parziale a questo tipo di problema e vi ha investito un miliardo e mezzo di euro per il prossimo triennio. Bertoluzzo sottolinea un aspetto importante del settore: la concorrenza può fare molto ed in tal senso lo Stato non ha precisi doveri di intervento, anzi: il privato può farcela da sé, purché le regole vengano fatte rispettare e purché gli eventuali investimenti statali non vadano ad ostacolare il mercato delle imprese private.

L’intervento di Paolo Bertoluzzo può essere ascoltato in versione integrale grazie al servizio di Radio Radicale:

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