Di recente abbiamo assistito alla sconfitta di HD-DVD di Toshiba nella guerra contro Sony e il suo Blu-ray, nel settore dell’alta definizione.
Proprio Sony fu protagonista nella metà degli anni ’70 di un’altra vicenda analoga nel settore audiovisivo, dalla quale, però, ne uscì sconfitta: stiamo parlando della lotta tra Betamax e VHS.
Il Betamax di Sony, lanciato sul mercato nipponico il 1 giugno del 75, rappresentò il primo supporto di videoregistrazione domestica della storia e utilizzava videocassette leggermente più grandi delle audiocassette, ma più piccole rispetto a quelle create per il VHS.
Da un punto di vista qualitativo (soprattutto per quanto riguarda la definizione dell’immagine) il Betamax fu generalmente superiore rispetto al VHS di JVC (azienda operante nel settore dell’elettronica) al prezzo di una durata inferiore, ma ciò che ne determinò la sconfitta è anche da ricercare nelle politiche di mercato adottate da Sony.
Infatti, al contrario della casa giapponese ideatrice e produttrice del VHS, Sony non adottò politiche di mercato favorevoli alla diffusione del Betamax rivolta al grande pubblico, non seppe mantenere alleanze importanti con le più importanti case cinematografiche e non concesse l’utilizzo del brevetto a favore di altri produttori, cosa che invece avvenne per il rivale, lasciando così il betamax un prodotto apprezzato solo negli ambienti professionali (Betacam) e da pochi appassionati, fondatori per altro di un vero e proprio club (il Betaphil club).
Il VHS (lanciato nel settembre del 76) era un prodotto tecnicamente inferiore rispetto al Betamax, le cassette erano più grandi e meno compatte, ma JVC capì che in quel momento il mercato richiedeva un supporto magnetico che garantisse un’ampia durata a prezzi contenuti e non un prodotto necessariamente dalla eccellente qualità come quello di Sony.
In questo contesto fu di notevole rilievo la moltitudine di alleanze che il colosso nipponico strinse con le case cinematografiche (un ruolo chiave lo giocò il settore pornografico).
A contribuire all’ascesa del VHS si inserì una vicenda assai scomoda per Sony: quest’ultima, alla fine del 76, venne accusata di violazione del copyright da Universal Studios e Disney Corporation in quanto alcuni utenti del Betamax avevano registrato dalla TV programmi di proprietà dei due colossi cinematografici; la questione si concluse nel gennaio del 1984 quando la corte suprema sentenziò che “la videoregistrazione personale di programmi televisivi era fair use, uso legittimo di una tecnologia”.
La Sony nel 2002, dopo svariati anni di battaglie e tentativi di rinascita, abbandonò la produzione del Betamax ricordato quasi come un flop che come una tecnologia ricca di innovazione, nonostante abbia rappresentato l’incipit della videoregistrazione domestica.