I padiglioni della Biennale di Venezia accessibili a tutti, in forma gratuita e senza doversi recare nella città lagunare. È il frutto della collaborazione tra il comitato organizzativo dell’evento e Google, che porta sulla piattaforma Cultural Institute le oltre 4.000 opere esposte nell’edizione 2015 curata da Okwui Enwezor. Un vasto archivio che rimarrà online anche dopo la chiusura delle mostre fissata per il 22 novembre.
A partire da oggi, basta un click per visitare le esposizioni di 80 paesi, con immagini documentali organizzate in collezioni e percorsi guidati. Non mancano anche scatti relativi alle aree esterne dei Giardini e dell’Arsenale, con più di 80 panorami a 360 gradi da visualizzare sulla piattaforma Street View. Tra le feature integrate anche la possibilità di inserire le installazioni più apprezzate in un elenco dei preferiti, per poterle visualizzare rapidamente in seguito, mentre lo strumento “Confronta” mette fianco a fianco due opere consentendo all’utente di effettuare una comparazione. Queste le parole di Paolo Baratta, presidente della Biennale, che spiega le finalità dell’iniziativa.
Questo accordo che realizziamo con Google è un primo esperimento importante, e credo che possa avere sviluppi futuri per alcuni aspetti ancora imprevedibili. Ci lavoreremo. A una capacità tecnologica maggiore, faremo corrispondere anche una maggiore capacità editoriale, utilizzando meglio lo strumento tecnologico sia per la nostra documentazione sia a favore del pubblico. La scommessa che vogliamo compiere è quella non certo di sostituire alla visione diretta quella virtuale ma, al contrario, far si che quest’ultima invogli maggiormente alla conoscenza diretta.
Nell’occasione è stata anche pubblicata su Play Store l’applicazione Biennale Arte 2015, per smartphone e tablet Android, che permette di osservare i padiglioni dall’interno e, per chi ne è provvisto, di intraprendere un tour virtuale grazie alla tecnologia del visore Google Cardboard.