Aveva suscitato scalpore l’annuncio di Rupert Murdoch, risalente all’estate scorsa, con il quale il magnate australiano rivelava l’intenzione di chiedere ai navigatori un esborso economico per la consultazione dei contenuti pubblicati dalle proprie testate sul Web.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’editore James Harding, che al grido “i contenuti di qualità vanno pagati”, ha previsto per la primavera 2010 il medesimo trattamento per la versione digitale del Times Online.
Anche a Mountain View pare abbiano deciso di muoversi in questa direzione, fissando in cinque il numero massimo di articoli accessibili quotidianamente attraverso il motore di indicizzazione Google News. Una volta superato tale limite, gli utenti saranno chiamati a mettere mano al portafogli, così da poter soddisfare economicamente le esigenze degli editori, riconoscendo loro un compenso per la consultazione dei pezzi.
Una decisione, quella del motore di ricerca, che di certo non mancherà di suscitare aspre polemiche, soprattutto perché presa da un’azienda da sempre in prima linea nella lotta per la libera diffusione della cultura e per la condivisione dei contenuti.
Considerati i più recenti sviluppi in merito, sarebbe interessante raccogliere la reazione di Carlo De Benedetti, (Presidente de L’Espresso), autore tempo fa di una discussa proposta riguardante proprio gli aiuti economici da prelevare alla rete e destinare alle casse dell’editoria.