La filantropia è un’abitudine di lunga data tra i grandi magnate americani e recentemente è tornata pesantemente in auge grazie alle generose elargizioni provenienti da grandi nomi legati a Microsoft, Google o all’istituzione Warren Buffett. La nuova notizia che va ad aggiungersi alle altre che hanno costellato il 2006 recita la buona novella di ulteriori 83.5 milioni provenienti dalla Bill & Melinda Gates Foundation. La battaglia intrapresa è quella contro la malaria.
Oltre 1 milione di persone in tutto il mondo muore ogni anno a causa della malaria, malattia che l’opinione pubblica troppo facilmente relega al secolo scorso. La strage, invece, continua a tutt’oggi e solo pesanti investimenti in diagnosi, prevenzione e ricerca possono portare a concreti risultati. L’associazione fondata da Bill e Melinda Gates è giunta ormai all’obolo complessivo di 765 mln di dollari e lo scopo è quello di contrastare una piaga che, secondo quanto riportato da eWeek, «uccide una persona ogni 30 secondi» (1.3 milioni di vittime ogni anno, il 90% delle quali nel continente Africano).
Bill Gates ha affermato tramite l’apposito comunicato ufficiale dell’associazione di credere fermamente nel fatto che è giunto il momento per dare una sferzata decisiva alla lotta contro la malaria e la raccolta di fondi per accellerare la ricerca potrà contribuire pesantemente a porre fine alla catastrofe in atto.
L’opinione personale di ognuno sulla filantropia e sull’uso strumentale che gruppi e grandi personaggi possono fare dei propri denari è cosa che non intendiamo affrontare in questa sede. I beneficiari non saranno inoltre particolarmente interessati della provenienza specifica del denaro ed al tempo stesso il debito dell’occidente nei confronti del sud del mondo non si salda certo con questi piccoli, simbolici, minimi (ma fondamentali) assegni.