Bill Gates finanzierà tramite la propria fondazione benefica un programma italiano di ricerca per la lotta contro l’AIDS. Il progetto è stato presentato da Alessandro Ripalti e garantisce all’ospedale Sant’Orsola-Malpighi 100 mila dollari aventi una finalità specifica: stanare il virus dell’AIDS trovando una cura da poter estendere a livello globale. Il team italiano riceve il proprio riconoscimento grazie alla partecipazione ai Grand Challenges Explorations, iniziativa quinquennale che mette in palio 100 milioni di dollari di finanziamenti «agli scienziati che esprimono idee audaci, altamente competitive e con un approccio non convenzionale per portare significativi progressi alla salute nel mondo e, in particolare, ai Paesi in via di sviluppo».
La Bill & Melinda Gates Foundation si occupa da tempo di queste tematiche e, dopo l’uscita dalle operazioni quotidiane in Microsoft, il fondatore del gruppo di Redmond si è dedicato completamente alla ricerca di fondi da destinare ad una molteplicità di cause: dalla lotta all’AIDS ai vaccini per la Malaria, il tutto tentando di coinvolgere soprattutto i più ricchi del pianeta attorno ad un necessario intervento in difesa dei più poveri. Il suo prossimo intervento sarà in Italia, ove porta un importante investimento con cui l’Associazione Italiana per la Ricerca sui Virus tenterà la propria via contro l’AIDS.
Per l’ultima tornata sono stati selezionati 65 progetti tra gli oltre 2400 che hanno partecipato alla sfida. Uno di questi, l’unico Italiano, è stato presentato dal Dott. Alessandro Ripalti dell’Unità Operativa di Microbiologia del Policlinico S. Orsola–Malpighi di Bologna, diretta dalla Prof. Maria Paola Landini. La ricerca ha come titolo: “Un Cavallo di Troia contro l’AIDS” e sarà condotta in collaborazione con i Proff. Maria Carla Re e Davide Gibellini del settore Retrovirus della stessa U.O. di Microbiologia del S.Orsola.
Nello specifico il progetto tenterà l’eradicazione del virus AIDS mediante terapia genica: «Si tenterà, infatti, di rovesciare l’attività di un enzima responsabile dell’integrazione del virus all’interno delle cellule. L’enzima sarà modificato in modo che non favorisca più l’integrazione del virus nelle cellule, ma la sua dis-integrazione. L’approccio si configura come una vera e propria cura risolutiva dell’AIDS mentre al momento si dispone solo di farmaci che tengono a bada il virus, ma non lo eradicano. Se i risultati preliminari saranno promettenti il progetto potrà ricevere fino a 1 milione di dollari perché venga portato a termine».