Internet non salverà il mondo in alcun modo, ma solo sconfiggere le malattie potrebbe farlo. È quanto crede Bill Gates, ovvero colui che ha fondato la Microsoft e da qualche anno divenuto filantropo assieme alla moglie Melinda.
Gates descrive se stesso come un «tecnocrate» ma, nonostante ciò, non crede che la tecnologia possa essere d’aiuto nella risoluzione di gravi problematiche globali che affliggono soprattutto i Paesi più poveri. Solo sconfiggere la diffusione delle malattie in quelli in via di sviluppo, la povertà, la mancanza di opportunità e la disperazione che tutto ciò genera, potrebbe salvare il mondo.
Insomma secondo il filantropo le cose importanti della vita sono altre. L’idea che molti dirigenti delle web company, come Mark Zuckerberg di Facebook, hanno dell’importanza di Internet come una delle priorità nel mondo è, secondo Gates, uno scherzo. «Amo ancora le vicende IT ma se vogliamo migliorare le nostre vite dobbiamo occuparti di cose ben più basilari come la sopravvivenza dei bambini e le risorse alimentari. [Internet] come priorità? È uno scherzo. Prendete questo vaccino contro la malaria, questa strana cosa a cui sto pensando. Cosa è più importante, la connettività o il vaccino per la malaria? Se credi che la connettività sia la chiave, ottimo, buon per lui. Io non condivido», ha dichiarato l’inventore di Windows.
Bill Gates accusa in particolare la visione che Internet rappresenti una forza ineluttabile in direzione dello sviluppo sociale ed economico e che la connettività è oggi «una delle più grandi sfide della nostra generazione», come recentemente dichiarato da Mark Zuckerberg. Sotto accusa anche Google e il suo Project Loon, nato per portare Internet ovunque mediante dei palloni aerostatici. A tal proposito Gates dichiara: «immagino uno che sta morendo di malaria e guardi in cielo per vedere questi palloni, non sono sicuro di come la cosa possa aiutarlo. Quando un ragazzo ha la diarrea, no, non c’è nessun sito web che possa aiutarlo».
Gates dichiara infine di credere che «nella scala dei bisogni umani, i PC non siano in nessuno dei primi cinque gradini». Curioso, detto da colui che voleva portare Windows su ogni scrivania: è già dal 2008 che l’ex Microsoft si dedica con la moglie Melinda alla filantropia, con una fondazione che ha investito in pochi anni quasi quattro miliardi di dollari in beneficenza, la metà di quanto ha speso nel 2012 il governo USA.