Bill Gates torna a parlare della “sua” Microsoft. Torna in un momento fondamentale, portando la sua approvazione sul futuro del gruppo. Si parla di Windows 8, si parla di Surface, si parla del futuro dell’azienda da lui creata (e della quale conserva ancora una importante fetta di proprietà):
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Nelle sue parole traspare l’idea di un momento realmente cruciale, sul quale Microsoft crede a fondo: Windows 8 è il superamento di un paradigma, è una svolta dalla quale non si torna più indietro. Fin dalle prime parole Gates nomina peraltro Steve Ballmer, lasciando pertanto trapelare piena fiducia nella sua scelta ed allo stesso tempo scaricando sul CEO l’intera responsabilità per la scelta operata il giorno in cui è su questo tipo di Windows 8 che il gruppo ha deciso di puntare tutte le proprie risorse.
Gates evita anche di definire quel che è “naturale” per le forme di interazione tra uomo e macchina: secondo Gates, infatti, la definizione di “naturale” è relativa, ed ogni tipo di interazione e di fruizione di contenuto implica diverse modalità di accesso al contenuto stesso, diverse modalità di coinvolgimento. Un solo “ombrello”, insomma, per una molteplicità di esperienze è il modo migliore per interpretare la natura ibrida del sistema operativo e le necessità odierne dell’utenza.
A proposito di Surface, inoltre, nessun dubbio: «è un prodotto incredibile, è fantastico». È un tablet, ma è anche un PC, ed in questo incontro Gates vede tutto il valore del device (Gates, per la cronaca, ha scelto la versione con tastiera nera).
Tra pochi giorni Windows 8 farà il suo esordio sul mercato. Pochi giorni più tardi sarà l’ora di Windows Phone 8 e nel frattempo i primi Surface giungeranno nelle mani degli utenti. Il battesimo di Bill Gates era un passaggio dovuto, un occhiolino che il passato ha strizzato al futuro nei giorni più importanti del passaggio di consegne.
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