Anche i big dell’informatica si esprimono sulla polemica che, in questi giorni, sta coinvolgendo la gestione dei migranti e dei richiedenti asilo al confine tra USA e Messico. La questione è relativa alle notizie, apparse sui maggiori network a stelle e strisce, della separazione dei figli dei migranti dai loro genitori, quest’ultimi sottoposti in stato d’arresto fino all’accertamento della loro posizione d’ingresso negli Stati Uniti. I principali dirigenti della Silicon Valley hanno voluto manifestare il loro disappunto nei confronti delle scelte attuate dall’amministrazione di Donald Trump, con Tim Cook in prima fila nel richiedere un trattamento più umano, soprattutto nei confronti dei bambini.
Le dichiarazioni del CEO di Apple sono state raccolte e pubblicate dall’Irish Times, nel corso di una visita di Tim Cook alle strutture del gruppo in quel di Dublino. Il dirigente ha voluto sottolineare come quanto accaduto sia “inumano”, aggiungendo che Apple farà di tutto per risultare una “voce costruttiva” nella polemica in corso:
Spezza il cuore vedere quelle immagini e sentire le voci di quei bambini. I bambini sono gli individui più vulnerabili in qualsiasi società. Credo che quello che sta accadendo sia inumano, bisogna fermarlo. Abbiamo sempre pensato che tutti debbano essere trattati con dignità e rispetto: in questo caso, non sta accadendo.
Numerosi altri CEO delle aziende dell’IT si sono voluti accodare a Cook, così come riporta BuzzFeed News, citando le reazioni di società come Airbnb, eBay, Facebook, Google, Microsoft, Tesla, Twitter, Uber e molte altre ancora. Fra le tante, emergono le parole di Sundar Pichai, il volto di Big G:
Le storie e le immagini delle famiglie separate al confine chiudono lo stomaco. Chiediamo al nostro governo di lavorare insieme per trovare un modo migliore, e più umano, che rifletta i valori della nostra nazione.
Decisamente più dure le argomentazioni di Jeff Lawson, CEO di Twilio, la nota piattaforma di comunicazione cloud:
La pratica di punire i membri di una famiglia non è solo moralmente offensiva, ma è anche un crimine di guerra sotto la Convenzione di Ginevra. Stiamo punendo i bambini per la possibilità che i loro genitori abbiano commesso un crimine – o nessun reato in caso di rifugiati politici. Stiamo terrorizzando le persone con un timore più grande rispetto alla paura di perdere la propria vita: quella di perdere i propri figli.