Non è di certo un segreto: la moltiplicazione dei servizi di streaming, Netflix in particolare, sta cambiando le abitudini dei fruitori di serie TV e di film. E in questo cambiamento, sembra venirsi a configurare una nuova relazione con la pubblicità: lo scorso maggio, ad esempio, è emerso come i fruitori di Netflix vengano sottoposti, a livello annuale, a sei giorni complessivi in meno di spot e annunci vari. Ora emerge come lo stesso dato possa essere rapportato all’universo dei bambini, soggetti ampiamente targetizzati dall’advertising: anche per i più piccoli pare valere la stessa logica, con quasi una settimana in meno di esposizione pubblicitaria.
A seguito delle rilevazioni dello scorso maggio, che hanno portato a quantificare 160 ore in meno di esposizione pubblicitaria per gli adulti abbonati a Netflix, Extreamist ha voluto condurre uno studio analogo per scoprire cosa accada ai più piccoli. Netflix, infatti, offre una nutrita selezione di contenuti per bambini nella sua sessione Kids, tra cartoni animati, documentari e altri contenuti adatti alla loro età. Sulla base dell’analisi dei dati storici sui minori negli Stati Uniti, è quindi emerso come la fruizione di Netflix riduca l’esposizione dei bimbi agli spot di 150 ore all’anno, pari a 6.25 giorni.
In media, è emerso come i bambini statunitensi occupino circa 1,8 ore della loro giornata nella fruizione dello streaming, su servizi come Netflix, Hulu, YouTibe e affini. A livello annuale, si tratta quindi in media di 650 ore all’anno. Nel mentre, i dati Nielsen relativi alle comunicazioni pubblicitarie per i più piccoli svelano come, alla data dell’ultima rilevazione disponibile del 2014, in ogni ora di show televisivi sono contenuti 14 minuti di spot. La cifra, moltiplicata per la fruizione giornaliera e annuale dello streaming, si traduce quindi in 150 ore in meno di pubblicità, poiché la fruizione online e a pagamento è sostanzialmente priva di annunci.
La riduzione di questo ammontare, spiega sempre Extreamist, ha degli importanti vantaggi. Innanzitutto, a livello pratico: non essendo interrotta dalla comunicazione pubblicitaria, la visione giornaliera dei più piccoli occupa meno tempo, tempo che può essere quindi impiegato in altre attività. Poi, a livello di opportunità: con le piattaforme di streaming, i genitori diventano parte attiva nella comunicazione pubblicitaria, perché imparano a riconoscere i luoghi digitali dove possono evitare gli spot. Questa possibilità restituisce maggiore controllo ai genitori sui contenuti a cui possano essere esposti i loro figli, senza però intaccare la loro voglia di divertimento.