Novità in arrivo per gli sviluppatori che usufruiscono dei servizi di ricerca messi a disposizione da Microsoft: l’azienda di Redmond ha infatti annunciato di voler modificare il paradigma per l’accesso alle API di Bing, gratuite fin dalla loro creazione, ma presto a pagamento. Microsoft, dunque, si allineerà presto con quanto fatto da Google in alcuni settori, imponendo prezzi fissi per servizi precedentemente accessibili a costo zero.
Le tariffe proposte dal gruppo statunitense risultano essere legate alle esigenze dei singoli sviluppatori che utilizzano le API per la ricerca mediante Bing all’interno delle proprie applicazioni, con un minimo di 40 dollari al mese per 20.000 query. Centro gravitazionale della transizione sarà il Windows Azure Marketplace, il quale sarà lo strumento con il quale Microsoft otterrà i pagamenti da parte dei propri clienti ed offrirà loro i servizi desiderati, in un primo momento a titolo gratuito fin quando il nuovo regime non entrerà definitivamente in vigore.
Prima di allora sarà necessario attendere alcune settimane, benché Microsoft non abbia diramato stime ufficiali circa i tempi necessari alla trasformazione del servizio di ricerca in uno strumento caratterizzato da un canone fisso. Le API 2.0 di Bing Search, insomma, entro qualche mese non saranno più utilizzabili in via gratuita come invece accaduto fino ad oggi, permettendo così a Microsoft di monetizzare l’utilizzo dei propri servizi da parte di sviluppatori esterni che intendono integrare funzionalità di ricerca nei propri software.
Le novità non saranno poi solamente di tipo economico, ma anche tecnico, in quando in seguito al passaggio sarà necessario modificare alcuni parametri delle API affinché l’accesso alle stesse avvenga mediante il Windows Azure Marketplace. Il tutto, chiaramente, verrà notificato in tempo dal gruppo guidato da Steve Ballmer, il quale fornirà ai propri clienti tutti gli strumenti necessari all’utilizzo della nuova edizione delle API di Bing.