E luce fu. Quel che era Live Search, quel che è stato Kumo, il 3 Giugno sarà Bing. Microsoft ha battezzato la propria nuova creatura senza tuttavia avviare ufficialmente i motori, rinviando il tutto di pochi giorni e rilasciando soltanto qualche primo screenshot a stuzzicare l’appetito. Bing sarà osservato speciale per molto tempo: perché Google deve giocoforza tenere in considerazione le mosse di Redmond; perchè Yahoo sta cercando di tenere il coltello dalla parte del manico nelle trattative per un accordo sull’advertising; perché Microsoft è probabilmente all’ultimo appello per quanto concernente la ricerca online.
Tutto è stato studiato nei dettagli. L’annuncio giunge da Steve Ballmer, numero uno del gruppo dopo l’abbandono di Bill Gates, in occasione della D: All Things Digital conference potendo approfittare dei riflettori di tutto il mondo dei media (che in giornata aveva già potuto sentire Carol Bartz proporre il proprio punto di vista sul futuro di Yahoo). Una pagina bianca è destinata a creare l’attesa ed i comunicati ufficiali sono pronti a direzionare su una precisa direttrice le chiavi interpretative che il motore intende solleticare. Con una precisazione su tutte: nessuno parli di “search engine” (motore di ricerca), perchè Bing intende essere un “decision engine” (motore di decisioni). Di qui tutto discerne.
«Bing è stato specificatamente progettato per partire dai benefici degli odierni motori di ricerca, ma cercando di muoversi in questa esperienza con un nuovo approccio alla user experience e con strumenti intuitivi che aiutino gli utenti a prendere decisioni migliori, focalizzandosi inizialmente su quattro aree verticali fondamentali: effettuare decisioni di acquisto, pianificare un viaggio, indagare su condizioni di salute o trovare business locali». Il motore, insomma, non chiede soltanto un termine di ciò che si sta cercando, ma si chiede all’utente anche di proporre una prima indicazione semantica relativa al tipo di risultato che si intende ottenere. Così facendo le SERP dovrebbero essere molto più orientate, stabilendo un rapporto più diretto con l’utente ed evitando a quest’ultimo lo sforzo di ricerca nel contesto dei “10 link blu” che costituiscono la tipica risposta alle query proposte a Google.
Bing homepage
Microsoft lo ha reso chiaro fin dai giorni scorsi, quando è trapelata l’idea di un forte investimento promozionale voluto per instillare un dubbio nella testa degli utenti del web: e se potesse esistere anche un tipo di ricerca differente? Bing intende essere l’anti-Google, sì. Un approccio diverso, un tipo di soluzione differente, ma una proposta assolutamente alternativa. I due big si guarderanno negli occhi ed il braccio di ferro può ricominciare. E ad oggi è Google a dettare le regole del gioco.
Su Bing c’è però ancor molto da sapere, e tutto quel che è possibile conoscere ad oggi è quel che Microsoft ha lasciato trapelare. Se lo abbiamo definito “Bing Bang”, però, non è solo per avere un titolo ad effetto: in un modo o nell’altro, qualcosa è finito e qualcosa sta per iniziare. Ed in ogni caso l’effetto sarà esplosivo. La deflagrazione, tutto sommato, è già iniziata: se addirittura Steve Wozniak giunge a dirsi «impressionato» dalla presentazione offerta, qualcosa deve pur significare…
Bing Travel
Microsoft sostiene che la Rete già offra ottimi strumenti per l’organizzazione dei propri viaggi. Molti, già oggi, utilizzano il web per prenotare hotel, acquistare biglietti per volare, pianificare viaggi e vacanze. Tutto ciò, però, non sempre è diretto, non sempre è rapido e, soprattutto, non sempre permette un consapevole raffronto tra le mille offerte disponibili.
La filosofia Bing ben si adatta anche a questo ambito, e l’arma utilizzata è quella Farecast acquisita nell’Aprile del 2008. Fin da allora gli intenti sembravano essere chiari: «Farecast è stato uno dei partner del nostro MSN Travel e non vediamo l’ora di poter lavorare a stretto contatto con il team di Farecast per integrare e applicare le loro soluzioni tecnologiche con nuove modalità molto interessanti». Bing, insomma, era probabilmente già all’orizzonte ed il passaggio attraverso Live Search altro non è stato se non un apripista alle offerte attuali.
Bing Travel Deals
Anche per questo ultimo ed ulteriore aspetto Microsoft racchiude i propri strumenti in pochi punti specifici:
- Previsione del costo: grazie ai database Farecast è possibile analizzare miliardi di dati prevedendo pertanto il miglior volo prenotabile. Il motore, pertanto, può riconsegnare un “Compra ora” o un “attendi” in base alla possibile fluttuazione del prezzo nei 7 giorni successivi alla ricerca;
- Valutazione del prezzo: permette di valutare dati storici su migliaia di hotel così da verificare il rapporto qualità/prezzo per ognuno di essi. Una legenda basata su codici cromatici renderà evidenti le migliori occasioni sul mercato, così che ogni utente possa scegliere per sé stesso, per le proprie disponibilità e per le proprie aspettative;
- Travel deals: Bing promette di fornire dati utili a pianificare viaggi complessi, permettendo di risparmiare tramite la scelta di rotte ed opzioni differenti in base alle offerte del momento. Con necessaria precisazione: «potete star certi che i Travel Deals sono basati sulla scienza, non sul marketing». Precisazione necessaria, ma precisazione apprezzabile;
- Fare Alerts: un sistema di alert permette di venire a conoscenza di prezzi che cadono improvvisamente nei giorni in cui si sta pianificando un viaggio. Cogliendo l’occasione al balzo l’utente potrà permettersi importanti risparmi approfittando della migliore offerta nel miglior momento.
Perchè “Bing”?
«Perché è corto, è facile da pronunciare, funziona a livello globale». Steve Ballmer taglia corto: il nome “Bing” va bene perché non ha controindicazioni. Dietro questo piccolo suono onomatopeico, però, c’è tantissima sostanza: «Ci sono volte nella nostra storia in cui ci si sente un po’ come Rocky. Serve persistenza». L’immagine usata dal CEO di Redmond è forte: ci si immagina la corsa nella neve, i tronchi di legno, la faccia sofferente: Live Search è tutto quel che di difficile è venuto prima per far capire la retta via a Microsoft. Ora con Bing il gruppo sale sul ring ed è pronto a prendersi a pugni con i russi (fuor di metafora: non Ivan Drago, ma Page e Brin).
Fin dalla prima ora lo sforzo comunicativo è impressionante. Microsoft ripete ossessivamente di aver prodotto qualcosa di diverso ed alternativo (il concetto di “Decision Engine” nasce con questo preciso scopo), di aver fatto le cose per bene, di essere in grado di offrire risultati migliori. Per convincere l’utenza al fatto che il vocabolario dovrà cambiare da “to google” a “to bing”, però, servirà qualcosa di più di una campagna pubblicitaria. Perchè se gli specchietti per le allodole potranno attirare curiosi e sperimentatori della prima ora, sarà poi la bontà degli algoritmi a conservare l’utenza.
La fase Kumo che va esaurendosi sarà presumibilmente ricordata come quella della grande transizione, quella che ha portato il motore simil-Google a diventare una proposta alter-Google prima e anti-Google poi. Bing è oggi la proposta differente, il riferimento qualitativo che propone risorse proprie, idee nuove ed un approccio totalmente nuovo. C’è da scrostare dalla cultura degli utenti, però, un lungo periodo fatto di Google e di “I’m feeling luckly”. Ora l’utente non si deve più sentire fortunato, ma servito e riverito: l’approccio differente è tutto in questo concetto. Ripete così Stefano Santinelli, General Manager Microsoft Consumer & Online Italia: «Molti utenti considerano i motori di ricerca una risorsa cruciale, senza però sapere che questo strumento è ancora in una fase primordiale e che sono ancora molti i miglioramenti che potrebbero rendere la loro esperienza ancora più completa. Bing è stato progettato partendo dalla prospettiva dell’utente, con l’obiettivo di accorciare il più possibile la distanza tra la query di ricerca iniziale e il momento in cui viene presa una decisione consapevole. Siamo davvero entusiasti di lanciare oggi in Europa la versione beta di questo servizio innovativo».
C’era bisogno di Bing? Sì, probabilmente sì. Google sta compiendo egregiamente il proprio dovere ancor oggi, ma il quantitativo delle informazioni e la sempre più esigente richiesta degli utenti ha portato il motore a manifestare le proprie prime difficoltà: anche le SERP di Google stanno soffrendo l’information overload ed in assenza di organizzazioni differenti e migliori sarà difficile adattare il metodo Google a quantitativi ancor maggiori di fonti e di dati. Wolfram Alpha è stato simbolico in tutto ciò: non propone un metodo statistico ma un approccio semantico, raccoglie database specifici e tenta di restituire risposte concrete. Bing è una sorta di via intermedia che porta nella concretezza il concetto di semantica, che aggrega i dati disponibili pur senza ambizione di esaustività e che palesa in ogni dove opportunità di monetizzazione.
Dopo il Big Bang tutto è stato differente. Ne è addirittura scaturita la vita. Microsoft in cuor suo spera che anche dopo l’odierno Bing Bang tutto possa cambiare. Il conto alla rovescia indica la data del 3 Giugno.
Bing. Bang.
Cosa è Bing
«Le ricerche indicano che il 66% delle persone va sui motori di ricerca per cercare assistenza nei processi decisionali […] Non soddisfatto dello status quo della ricerca, Microsoft ha disegnato Bing come un Decision Engine per mettere a disposizione strumenti intelligenti di ricerca che permettano di effettuare scelte più consapevoli, dalla scelta della strada più rapida per arrivare a casa fino alla ricerca del prodotto da acquistare o il viaggio da pianificare».
Cosa sia Bing, in fondo, lo spiega direttamente Live Search: «Quando arriva il momento di prendere una decisione, Bing e decidi!». Se lo scopo è oltremodo chiaro, gli strumenti sfoggiati sono invece ancora tutti da esplorare:
- Homepage
Una homepage differente ogni singolo giorno, con alcuni elementi incorporati per veicolare immediatamente la ricerca verso la direzione auspicata. Video, news, shopping, viaggi, immagini, mappe e quant’altro: c’è una scelta da effettuare oltre alla sola query proposta, il che si ripropone di effettuare una cernita preventiva delle informazioni reperibili così che l’utente abbia compito semplice nel raggiungere l’informazione cercata; - Autosuggest
Bing esamina istantaneamente la query composta e suggerisce termini simili o affini offrendo una indicazione ulteriore del percorso di ricerca che si intende percorrere; - Best Match
Trattasi di una funzione che si ripropone di ridurre al minimo i click necessari per raggiungere la soluzione. Tramite Best Match, Bing tenta di portare l’utente direttamente all’informazione restituendo pagine interne ai siti inerenti la query affinché la ricerca possa concludersi nel minor tempo possibile; - Document Preview
Se circa un quarto dei risultati delle ricerche tradizionali si dissolve in un nulla di fatto. Utilizzando l’anteprima del risultato diviene possibile evitare il click guardando in anticipo il contenuto che si andrà ad incontrare ed eventualmente soprassedere per passare oltre. - Instant Answer
Bing si ripropone di rispondere istantaneamente alle domande offrendo informazioni rilevanti ed aggiornate. Trattasi di una funzione valida per previsioni meteo, risultati sportivi, valutazioni azionarie, voli aerei ed altre situazioni monitorabili in real-time.
Bing Quick Preview
Le modalità con cui tutto ciò verrà integrato funzionalmente nell’interfaccia rimane da scoprire e solo la prova sul campo permette di raggiungere una verità in proposito. Le premesse sono però positive ed il principio è apparentemente valido. La prova sul campo sarà probante, le scelte dell’utenza firmeranno la sentenza.
Bing Health
La salute è uno degli ambiti più delicati (ma potenzialmente tra i più remunerativi) affrontati dalla ricerca online. Sempre di più, infatti, l’utenza cerca sul web informazioni derivanti da piccoli sintomi arrivando non raramente a diagnosi fai-da-te di grave pericolosità. Se nessun motore di ricerca può oggi ambire di sostituire un consulto medico, un valido motore deve però raccogliere i desideri degli utenti e veicolare questi ultimi verso i giusti percorsi di approfondimento clinico.
Google e Microsoft sono i due gruppi che, più di ogni altro, hanno da tempo capito che l’Information Technology ha molto da dire relativamente al mondo della salute e dell’assistenza sanitaria. Bing non può far altro che affrontare di petto tale situazione ponendosi come riferimento affidabile tramite la raccolta di fonti e di referenze altolocate. L’ecosistema HealthVault avente cuore a Redmond permetterà anche ciò: l’istituzione di un panel di informazioni accessibili e validate, così che l’utenza possa quantomeno muoversi nell’alveo della medicina ufficiale senza perdersi tra truffe e teoremi che si insinuano in ogni dove sul Web.
Microsoft pone obiettivi precisi per il raggiungimento dell’obiettivo:
Accesso semplificato, così che Bing possa reindirizzare immediatamente ai risultati più interessanti per la query proposta (un percorso libero, si sa, porta tendenzialmente l’utente verso la peggiore delle ipotesi, creando spesso inutili allarmismi con tutti gli effetti collaterali del caso);
Bing Local
«Le ricerche indicano che il 62% delle persone usa i motori di ricerca per trovare business locali o destinazioni. Comunque, trovare le migliori informazioni locali in rete può essere difficile». Secondo Microsoft l’organizzazione attuale delle informazioni non permette di capire esattamente quale sia la miglior scelta per le proprie necessità e Bing si ripropone pertanto di risolvere anche questo problema.
«Bing è differente», spiega Microsoft: «offre strumenti che rendono semplice e veloce trovare contenuti locali rilevanti, come recensioni aggregate da diversi siti, orari di diversi locali, mappe e indicatori del livello di traffico». La descrizione è ineccepibile e la capacità di aggregare dati differenti sarebbe di per sé un valore inestimabile per un motore che ambisce a fornire risposte. Tutto dipenderà dal tipo di fonti indicizzate, dalla quantità di informazioni gestita, dalla capillarità del servizio (la dimensione locale non può essere certo assolta soltanto a livello metropolitano, anzi) e dalla capacità di dialogo che i singoli siti avranno con gli algoritmi Bing. Fino ad oggi Microsoft non ha saputo offrire nulla di speciale in tal senso, dunque la promessa del nuovo motore appare alquanto ambiziosa.
Inevitabilmente, però, la dimensione locale è una di quelle maggiormente importanti in ambito mobile. Sarà questa, pertanto, la faccia di Bing sui telefonini, ove la ricerca di informazioni è molto più frequentemente legata ad una zona specifica e dove la rilevanza dei risultati è di fondamentale importanza per meglio favorire la gestione delle informazioni su schermi piccoli e dispositivi di basse capacità.
Mobile e locale vanno di pari passo. Sebbene Bing non abbia fatto promesse in tal senso, Microsoft investe da tempo nella telefonia e, tanto con Windows Mobile quanto con TellMe, sembra avere armi in grado di ricoprire un ruolo di primo piano nel settore. Bing ha i suoi traini, insomma, e Microsoft glieli metterà a disposizione.
Bing Shopping
Secondo i sondaggi citati da Microsoft, il 75% degli utenti del web tende a cercare sui motori di ricerca gli oggetti che intende acquistare. I motivi sono molteplici: dalla ricerca di recensioni all’approfondimento, dalla ricerca di rivenditori locali al desiderio di acquistare online i prodotti desiderati.
Microsoft ha grosse ambizioni relativamente all’ecommerce. Trattasi di ambizioni già emerse con Live Search, anche se il tutto è rimasto limitato ad un esperimento, peraltro non privo di problemi, ed ora con Bing l’intenzione è quella di mettere a frutto l’esperienza avuta negli ultimi mesi. Il credo nell’ecommerce non è scontato: la crisi economica attuale ha manifestato anche online le proprie pressioni e gli strumenti ecommerce più noti hanno nel tempo evidenziato tutta la loro dipendenza dall’affidabilità del marchio e dalla presenza sui motori di ricerca.
Microsoft punta con Bing su quattro leve specifiche:
- Risultati filtrati: cercando prodotti specifici si otterranno risultati organizzati per brand, categoria o prezzo. Non un elenco casuale e semplicemente aggregativo, dunque, ma un insieme organizzato di prodotti che rende organica la ricerca come all’interno di un database univoco;
- Risultati comprensibili: Bing userà database proprietari con le informazioni su milioni di prodotti in categorie quali elettronica di consumo, vestiario, cibo, ludica ed altro ancora. Bing intende mettere a disposizione degli utenti, quindi, tutte le informazioni necessarie per confrontare gli oggetti ed i servizi ed accedere eventualmente all’acquisto risparmiando tempo e potendo effettuare una scelta maggiormente consapevole e rapida;
- Opinioni: è risaputo il fatto che l’utenza cerchi, tra le proprie informazioni, anche e soprattutto le recensioni altrui. Trattasi di recensioni amatoriali o eseguite da esperti, ed in entrambi i casi comunque organizzabili. Bing si propone di mettere a disposizione queste informazioni permettendo all’utente di non andare sul sito specifico, ma di poter confrontare i contenuti direttamente. Il motore potrebbe peraltro capire in automatico il “mood” della recensione, restituendo con elementi semplificati il sentimento positivo o negativo espresso nei confronti dello specifico prodotto cercato;
- Bing Cashback: trattasi dell’elemento forte dell’offerta Microsoft. Ereditato dal Live Cashback precedente, il servizio propone una somma in cambio per ogni acquisto effettuato. Se si cerca con Bing e si giunge ad acquistare un prodotto su uno dei rivenditori in partnership con Bing, insomma, si può ricevere via PayPal o tramite deposito bancario una cifra che va parzialmente a ripagare l’acquisto effettuato e, nel contempo, stimola l’utenza a cercare i propri prodotti con Bing piuttosto che con altri strumenti. La cifra viene depositata nelle casse dell’utente entro 60 giorni dall’acquisto. Il servizio prevede già la copertura su oltre 17 milioni di prodotti su vari store online.
Spiega infine Microsoft: «Contestualmente al lancio del nuovo motore di ricerca, inoltre, verrà intrapreso il primo passo per l’integrazione di Ciao (il sito leader in Europa per la comparazione dei prezzi e shopping online, acquisito da Microsoft nell’ottobre del 2008) all’interno di Bing e della sezione shopping del portale MSN. Uno strumento in più, disponibile in 7 paesi (Olanda, Spagna, Germani, Francia, UK, Italia e Svezia), per sfogliare un catalogo impressionante di prodotti, compararne i prezzi ed aiutare gli utenti a scegliere la migliore risposta alle proprie esigenze»