Il search engine di casa Microsoft, forte dei risultati positivi ottenuti in concomitanza con l’inizio del nuovo anno, introduce due novità nell’algoritmo di ricerca. Da oggi, le SERP generate in seguito all’immissione di una query, tengono conto della posizione geografica degli utenti e della cronologia delle ricerche passate.
Si tratta di metodologie già da tempo impiegate da bigG, ma che Microsoft intende applicare in modo più mirato. Gli esempi pubblicati sul sito ufficiale di Bing sono piuttosto esplicativi: digitando come chiave di ricerca il termine “pizza”, il motore terrà conto della zona da cui proviene la richiesta, restituendo tra i primi risultati tutti i locali e le attività commerciali relative all’argomento presenti nelle vicinanze.
L’altra novità annunciata riguarda quelle situazioni in cui un termine potrebbe essere frainteso dall’algoritmo. Effettuando ad esempio una ricerca con la parola “traffic”, Bing potrebbe presentare risultati relativi alle condizioni del traffico stradale, al gruppo rock britannico degli anni ’70, o ancora all’omonimo thriller diretto da Steven Soderbergh. Per far sì che gli utenti possano visualizzare tra i primi risultati ciò che stanno cercando, Bing analizzerà le ricerche effettuate in passato e salvate all’interno di un log collegato all’account personale. Agli utenti viene comunque offerta la possibilità, in qualsiasi momento, di attivare o disattivare tale funzionalità, così come di consultare le informazioni dettagliate riguardanti il salvataggio dei dati personali e gli effetti di questa pratica sulla privacy.
Come specificato poc’anzi, non si tratta di vere e proprie novità, ma bensì di criteri di ricerca che Microsoft ha scelto di integrare nel suo servizio al fine di offrire risultati sempre più conformi alle richieste dell’utenza, nel tentativo di migliorare ulteriormente il proprio motore e guadagnare qualche altro punto percentuale nella rincorsa a Google. Il tutto, però, ancora una volta limitatamente all’utenza USA: l’espatrio delle funzionalità di Bing è una operazione lenta e progressiva che Microsoft non intende compiere in tempi brevi: la priorità è quella di conquistare l’utenza USA per poi portare in tutto il mondo il verbo del motore di Redmond.