Non sono entusiasta di una persona giovane seduta di fronte a un computer, che guarda video clip e pronografia mentre sorseggia una bottiglia di birra e vota quando si sente così
Parola di Jaroslaw Kaczynski, ex premier polacco. Il quale aggiunge:
[…] sono il gruppo più semplice da manipolare, a cui suggerire per chi votare
Tutto nasce da un’ipotesi di legge che prevede l’introduzione del voto elettronico per favorire l’affluenza al voto. Onde evitare un post populista (e dunque di per sé stesso scarsamente intelligente) forse è opportuno analizzare in due tronconi differenti le dichiarazioni di Kaczynski.
Nella prima parte è evidente la provocazione, sulla quale è inutile iniziare a sparare perchè sulla Croce Rossa non si spara. La posizione di Kaczynski è indifendibile, meglio lasciarla svanire senza riprenderla troppo. L’oblìo giungerà rapido.
Nella seconda parte c’è invece una riflessione che val la pena annotare. Kaczynski rileva un aspetto non indifferente di quel che potrebbe essere il voto via internet: l’ampia influenzabilità del votante.
Ci sono leggi, in Italia, che vietano ai rappresentanti politici di sostare entro un certo raggio dai seggi elettorali perchè la loro presenza potrebbe influenzare il voto degli elettori. Il votante è immaginato in una sorta di bolla d’aria che circonda la sua mente, è ipotizzato in un ambiente asettico e neutro, è spinto al voto lasciato da solo con se stesso. Sul web tutto ciò non è più verificabile e l’elettore potrebbe arrivare alla sua urna virtuale dopo aver visto un video su YouTube, un blog, un articolo o dopo aver letto l’ultimo feed ricevuto. L’influenzabilità potrebbe aumentare determinando campagne elettorali ancora più accese, dai toni sempre meno sfumati e con spigolature sempre più ingombranti. Kaczynski non ha torto: prima di dare il via libera ad una cosa simile occorre pensarci su un attimino. E poi ancora un po’. E poi magari ancora.
Se lo scopo è solo quello di favorire l’affluenza al voto, allora il voto elettronico non è la soluzione. Non è questo il mezzo giusto per raggiungere quel preciso scopo, fermo restando la bontà tanto del mezzo, quanto del fine.