Il prezzo di Bitcoin è aumentato di oltre il 220% da gennaio ma i detentori di lungo termine stanno tenendo fermo il mercato, come riporta la società di ricerca indipendente Delphi Digital.
“La parte attiva della fornitura di Bitcoin, che classifichiamo quali monete che si sono spostate negli ultimi tre mesi, sta iniziando a salire leggermente” – affermano da Delphi Digital – “I nuovi venditori sono in realtà per lo più individui che detengono la criptovaluta dai tre ai sei mesi.”. Sta di fatto che il 21,5% del Bitcoin circolante non si è mosso in cinque anni. Il cosiddetto Unpent Transaction Output è il periodo in cui una certa somma si consolida in un portafoglio, senza uscirne.
L’età dell’UXTO aumenta man mano che i detentori rifiutano di vendere, e diminuisce quando una parte dell’offerta circolante viene utilizzata regolarmente. Secondo l’analisi di Delphi Digital, il 60% dei Coin non si è mosso da almeno un anno mentre è del già citato 21,5% la fetta non trasferita in cinque anni.
“Questo naturalmente ci porta a chiederci chi siano i venditori attuali in questo mercato”, ha affermato Delphi Digital che, quando si tratta di futuro, spiega: “I Bitcoin sono ancora al top del settore, quindi è logico che molti intendano tenerli ancora con sé prima di venderli. Non sappiamo cosa accadrà domani ma l’avvento delle alt coin fa ben sperare su un successo ulteriore”. Molto dipenderà anche da Facbook Libra? Probabilmente si, anche se il progetto di Zuckerberg non è una criptocurrency nel vero senso del termine.
Intanto, il Bitcoin ha sorpassato i 75 mila dollari per token su LocalBitcoins nello Zimbabwe, un’inflazione di quasi il 600% rispetto al prezzo attuale. Il motivo? A causa della iperinflazione della moneta locale, che è tornata a circolare dopo 11 anni di utilizzo del dollaro statunitense, si sta sempre più ponendo la fiducia nelle criptovalute, per le quali i cittadini vedono un futuro più roseo e meno problematico, figlio delle diatribe politiche nazionali.