Bitdefender ha condotto uno studio, denominato Hacked Off, su oltre 6.000 lavoratori in otto paesi, tra cui l’Italia, per verificare la percezione della sicurezza informatica da parte dei professionisti IT, il livello di preparazione delle aziende e la tempestività nel risolvere eventuali problemi, come la violazione dei dati. Purtroppo i risultati per il nostro paese non sono molto confortanti.
I professionisti IT sono consapevoli dei rischi, ma l’indagine di Bitdefender rivela che c’è poco supporto da parte dei vertici aziendali. Il 57% degli intervistati (49% in Italia) ha affermato che i dirigenti rifiutano o ignorano completamente le policy di sicurezza informatica. Ciò è dovuto spesso alla mancanza di un budget adeguato. Solo il 47% delle aziende italiane dichiara di avere risorse economiche (contro il 57% di media) e solo il 24% dei dipendenti IT ritiene che il budget sia sufficiente.
L’Italia si contraddistingue (in negativo) rispetto agli altri paesi perché il 42% delle aziende non ha un Security Operation Center (SOC), la percentuale più alta in assoluto contro una media del 30%. Ciò influisce sulla velocità di reazione ad un attacco informatico. Un attacco viene rilevato in poche ore solo nel 27% dei casi, mentre nel 35% dei casi occorrono giorni. Nonostante la consapevolezza che il tempo di reazione sia un aspetto molto importante, in Italia mancano gli adeguati strumenti tecnologici (38%) e le necessarie competenze (33%).
L’assenza di un adeguato supporto tecnologico contro le minacce alla sicurezza rappresenta per i professionisti IT la fonte maggiore di stress sul lavoro. Inoltre i 62% degli intervistati è preoccupato del fatto che, se si verificasse un attacco simile a WannaCry, la propria azienda non avrebbe la giusta reattività.
Un altro dato che emerge dall’indagine riguarda l’assunzione di talenti in ruoli tecnologici. L’assenza di personale preparato espone le aziende a rischi molti elevati. Alcune di esse sono consapevoli del problema offrendo formazione ai dipendenti. In definitiva ci sono diversi gap da colmare in Italia, tra cui livello di preparazione, tempestività di intervento e mancanza di budget.