Da un lato è uno dei protocolli per lo scambio di file in Rete più apprezzati dagli utenti, dall’altro invece è visto come una minaccia sia dalle aziende operanti nel campo musicale e cinematografico, sia dai provider. Trattasi di BitTorrent, uno strumento sempre più diffuso ma che in diversi casi incontra alcuni ostacoli sulla propria strada. Uno di questi è rappresentato dagli ISP, che più o meno frequentemente interferiscono sulle connessioni degli utenti per limitare la banda a disposizione per il download di Torrent.
Tale teorema è confermato dai dati pubblicati dal Measurement Lab di Google, il quale ha aggiornato il report fermo al 2010 per includere le informazioni a disposizioni circa il primo trimestre del 2012 e quelli precedenti. Il risultato è una pagina Web mediante la quale è possibile analizzare nel dettaglio le singole nazioni, così da comprendere il quadro generale dal punto di vista del filtraggio operato dagli ISP per far sì che il traffico di dati sulla rete BitTorrent venga limitato.
In netto miglioramento da tale punto di vista gli Stati Uniti, con Comcast che è passato dal 50% ad un attuale 3%, in buona parte in seguito alle imposizioni della FCC, mentre il caso peggiore è quello di Cox, provider che interviene nel 6% dei casi. Situazione diversa invece per il Regno Unito, ove BT si aggiudica un 65% che dimostra come buona parte delle connessioni degli utenti venga filtrata per quanto concerne il protocollo BitTorrent. In Canada il divario tra il migliore ed il peggior provider è ancora maggiore, con Rogers che controlla l’80% del traffico, mentre di Telus non sono state registrate attività in tal senso.
Per quanto riguarda l’Europa, poi, la situazione sembra essere particolarmente felice. Le percentuali sono infatti in media piuttosto basse, talvolta nulle, in quasi tutti i principali paesi. In Italia la “maglia nera” nel 2012 se la aggiudica Telecom Italia, intervenuta nel 10% dei casi, seguita da Tiscali con un 8%. Nessun intervento è stato invece registrato da parte di Wind, mentre per quanto concerne gli altri operatori i dati a disposizione si riferiscono a periodi precedenti: nel secondo trimestre del 2011 Fastweb poteva vantare uno 0% raggiunto anche da Vodafone nel trimestre precedente, mentre sul finire del 2010 si registrava un intervento di H3G nel 15% dei casi.
L’Italia, insomma, gode di una situazione sicuramente migliore che in altri paesi tecnologicamente più evoluti, con gli ISP che in media intervengono poco o nulla per limitare l’afflusso di dati sulla rete BitTorrent. Qualora si desideri controllare l’operato del proprio provider è disponibile inoltre un apposito tool che consente di effettuare una serie di test da tale punto di vista.