Chi ben comincia è a metà dell’opera. Il Black Friday, da questo punto di vista, è una importante iniezione di fiducia che, numeri alla mano, suggerisce buone sensazioni per la fondamentale stagione natalizia che sta arrivando. La corsa allo shopping inizia in questo giorno, un “venerdì nero” di statunitense concezione che presto è diventata occasione di marketing in tutto il mondo.
Le vendite sarebbero in aumento: +15,9% rispetto all’anno precedente, peraltro con una spesa media in aumento di 20 dollari (da 170 a 190) nei confronti del Black Friday 2009. Il dato indica per il mercato USA sensazioni positive nonostante i chiaroscuri su cui ancora vive l’economia statunitense, dati confortati inoltre anche dai risultati in ascesa relativi alle vendite di beni di lusso: +17,6%. La realtà online sembra però crescere in modo più consistente rispetto ai negozi sul territorio: +2,2% di presenze nei punti vendita, ma gli acquisti sono aumentati soltanto dello 0.3% (in questa fase l’utenza sembra pertanto dimostrare maggiore attenzione agli sconti offerti online, per propendere invece per i negozi “retail” quando l’urgenza del regalo sarà maggiore).
Un indicatore importante è però relativo al modo in cui l’utenza si approccia agli acquisti: chi già sta cercando i regali di Natale avrebbe focalizzato maggiormente le proprie ricerche rispetto agli anni passati. Un monitoraggio più “chirurgico”, insomma, che tiene in considerazione il 18% di prodotti in meno ed evidenzia prospettive di acquisto più mirate e decise, probabilmente meno casuali. Ed anche con una maggiore attenzione al prezzo rispetto al passato, suggerisce PayPal: si decide, si cerca online la migliore offerta e si procede di conseguenza.
I dati sono stati comunicati dalla Coremetrics (gruppo IBM) e vanno presi sempre e comunque con le molle: l’andamento del Black Friday dipende da una moltitudine di variabili e le stime conclusive di vendita non possono essere a livello assoluto un indicatore attendibile. Rimane però la possibilità di un confronto con il Black Friday del 2009 e con le settimane antecedenti, due situazioni comparative in grado di fornire quantomeno un elemento valutativo aggiuntivo per coloro i quali hanno necessità di usare queste occasioni come un termometro del mercato.
Coremetrics segnala tra le proprie considerazioni anche un aumento del “social shopping”, cioè una propensione crescente nei confronti dei brand che meglio si avvantaggiano della propria presenza online. «Sebbene la percentuale di visitatori in arrivo dai social network sia ancora relativamente piccola rispetto alla totalità dei visitatori in rete, circa l’1%, sta comunque crescendo, con Facebook dominatore in questo campo.
Aumenta altresì la percentuale di utenti in arrivo sui negozi online da mobile: ben il 5.6% dei visitatori nel giorno del Black Friday stavano utilizzando dispositivi mobili, in aumento del 26.7% rispetto ad un anno prima.
L’e-commerce pesa negli USA per circa l’8-10% sul totale delle vendite nel giorno del Black Friday. E mentre il “venerdì nero” si conclude e diventa una cifra statistica, già è iniziato il cosiddetto “cyber monday“: si tratta del giorno indicato come il possibile inizio ufficiale del periodo d’oro delle vendite online, anche se gli sconti di gruppi come Apple o Amazon ha sicuramente fuso in uno i due eventi rendendo sempre meno indicativo l’uso di precise scadenze per questo tipo di valutazioni.
Una cosa è chiara: la stagione dello shopping è iniziata ed i primi passi sono incoraggianti. Ed è questo, tutto sommato, il messaggio di cui il mercato necessita.