Nei giorni scorsi la notizia che ha causato il crollo in borsa del gruppo: BlackBerry non sarà ceduta a Fairfax. L’operazione non è andata a buon fine e il futuro dell’azienda si fa sempre più incerto. Nel tentativo di risollevare la situazione l’ormai ex CEO Thorsten Heins è stato sollevato dall’incarico, con John S. Chen chiamato a prenderne il posto temporaneamente. Oggi è Reuters a parlare di altre trattative non andate a buon fine.
Una fonte rimasta anonima ha riferito alla redazione di un interessamento da parte di big del settore tecnologico come Microsoft, Apple e Lenovo, intenzionate ad acquisire asset della società canadese. Il nuovo board direttivo avrebbe però rifiutato le proposte, convinto che uno split non rappresenti al momento la via migliore da percorrere. Una decisione di questo tipo potrebbe infatti tradursi in un beneficio economico immediato per chi detiene le azioni, ma al tempo stesso influire negativamente sul futuro di dipendenti, fornitori e clienti.
Al centro della negoziazione ci sarebbe il ricco portfolio di brevetti costruito fin dalla fondazione dell’ex Research In Motion nel 1984. Sempre stando a quanto riportato da Reuters, in passato BlackBerry avrebbe già rifiutato offerte simili provenienti da Cisco e Google. Nel blocco delle trattative potrebbe aver giocato un ruolo importante anche l’atteggiamento delle autorità canadesi, solitamente poco propense ad autorizzare operazioni di questo tipo. Un esempio: il mese scorso il governo ha negato il permesso all’acquisizione dell’infrastruttura di fibra ottica dell’operatore locale Manitoba Telecom Services da parte di una compagnia egiziana, giustificando la decisione con problematiche relative alla sicurezza.
Ovviamente tutti i soggetti interessati dall’indiscrezione si sono rifiutati di rilasciare commenti in merito. Altre fonti ritenute vicine al gruppo spiegano però che nonostante un primo rifiuto, BlackBerry potrebbe tornare in futuro a prendere in considerazione nuove proposte relative a uno split. Il futuro dell’azienda resta dunque al momento incerto, nonostante il tentativo di risollevarne il business a in questo 2013 con il lancio di nuovi smartphone e un sistema operativo completamente rinnovato. Sul piatto per ora c’è un miliardo di dollari che servirà a traghettare il gruppo fuori dal momento difficile, messo a disposizione da investitori storici come Fairfax Financial Holdings, Canso Investment Counsel, Mackenzie Financial, Markel Corp, Qatar Holding e Brookfield Asset Management.