Se in Medioriente la situazione appare ormai compromessa, altrove Research In Motion potrebbe invece ancora trovare una via d’uscita per salvaguardare i propri servizi senza andare ad incappare nei limiti delle legislazioni nazionali. È il caso, ad esempio, dell’India: l’immenso peso commerciale del paese ha portato le parti ad un avvicinamento diplomatico da cui nel giro di pochi mesi potrebbe scaturirne un nuovo equilibrio che soddisfi entrambi.
In Medioriente la situazione è statica: gli Emirati Arabi Uniti hanno messo ufficialmente al bando i prodotti Research In Motion (500 mila utenti in loco) ed hanno consigliato all’utenza corporate di passare ad altre soluzioni concorrenti. L’azienda non ha ancora sollevato le proprie proteste ufficiali se non promettendo massima sicurezza nei propri sistemi di comunicazione e coinvolgendo nella trattativa anche l’Ambasciatore USA, ma al momento a nulla è valso: l’UAE (United Arab Emirates) considera inaccettabile l’uso di server stranieri, in quanto in terra canadese, per la conservazione dei dati criptati su cui fa leva il servizio di comunicazioni RIM (email, instant messenger). Blackberry, per contro, considera da tempo i sistemi nazionali di controllo un problema per la privacy degli utenti ed il braccio di ferro si perdura silente ormai da oltre un anno. La situazione è deflagrata però alla decisione UAE di porre ufficialmente la questione alla luce del sole.
L’uso dei Blackberry è insomma considerato un problema di sicurezza nazionale tale da rendere necessario il bando dei prodotti. L’UAE, anzi, sottolinea il fatto che RIM rispetti le medesime normative quando imposte dagli USA, ma tenti invece di rifuggire la legge Mediorientale ponendo un problema diplomatico oltre che tecnico.
In India la contestazione è pressoché la medesima, ma con una differenza sostanziale: il paese non ha escluso i Blackberry dalle comunicazioni nazionali, ma si è limitato a diffidare RIM dal proseguire con la propria politica. RIM ha compreso l’approccio collaborativo ed ha allungato la mano. In India, quindi, entro 15 giorni le autorità avranno a disposizione un tool per monitorare tutte le comunicazioni consumer ed entro 6/8 mesi potranno monitorare più a fondo anche i contenuti delle chat. In ballo v’è la gestione di 1 milione di utenti: un problema di mercato per RIM, un problema di sicurezza per l’India, ma un comune problema risolto nel caso in cui tutte le trattative odierne portassero al lieto fine.