Blackout Outlook.com, Microsoft spiega le cause

L'interruzione dei servizi cloud di posta elettronica è stato causato dall'aumento di temperatura dei server, in seguito ad un aggiornamento firmware.
Blackout Outlook.com, Microsoft spiega le cause
L'interruzione dei servizi cloud di posta elettronica è stato causato dall'aumento di temperatura dei server, in seguito ad un aggiornamento firmware.

Nella notte tra il 12 e il 13 marzo, si è verificato uno dei maggiori blackout della storia di Microsoft. Per quasi 17 ore gli utenti non hanno potuto utilizzare i servizi di posta elettronica Hotmail e Outlook.com. L’azienda di Redmond ha pubblicato un post sul blog ufficiale per scusarsi dell’accaduto e per spiegare le cause del problema. Microsoft promette di impegnarsi maggiormente per evitare futuri blackout e, se dovesse accadere nuovamente, di velocizzare il processo di ripristino del servizio.

La causa che ha innescato il blackout, impedendo agli utenti di accedere ai servizi cloud, è stato un aggiornamento firmware. Nel pomeriggio del 12 marzo (sera inoltrata in Italia), Microsoft ha avviato la procedura di update software, già eseguita con successo in passato. Questa volta, però, qualcosa è andato storto. Dopo l’installazione del firmware, si è verificato un picco di temperatura all’interno del datacenter, provocando l’attivazione del sistema di protezione che ha disattivato i server utilizzati da Outlook.com, Hotmail e SkyDrive.

Essendo servizi cloud, solo una parte dei server non era raggiungibile, mentre gli altri hanno funzionato regolarmente. Ecco perché in Italia gli utenti hanno potuto leggere le email senza problemi. In ogni caso, i tecnici hanno subito avviato la procedura di ripristino. Dato che la risoluzione del blackout ha richiesto un intervento umano (solitamente non necessario), i tempi si sono allungati più del previsto. Tutti i servizi sono ritornati online alle 15:43 del 13 marzo.

Solo nei primi tre mesi del 2013, si sono verificati tre interruzioni, principalmente per gli utenti statunitensi. Microsoft ha promesso di migliorare l’affidabilità delle sue infrastrutture per evitare analoghi problemi in futuro.

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