Blinkx, uno dei più promettenti motori di ricerca per video in rete, sarà quotato in borsa il prossimo mese. La decisione giunge dietro le forti pressioni da parte di Autonomy, la compagnia che intenderebbe esercitare un’opzione d’acquisto (che gli è riservata in virtù del precedente sfruttamento della sua tecnologia) per rilevare una quota di maggioranza e poi vendere le azioni in borsa.
Inizialmente la britannica Blinkx forniva applicazioni incentrate sul mercato della ricerca dal desktop, ma è poi passata al mercato dei video online avendone intravista la forte crescita degli ultimi anni. Al momento il sito indicizza 7 milioni di ore di video, consentendo una ricerca non solo in base al titolo, alla descrizione, alle tag e ai metadati, ma anche sulla base della trascrizione del parlato (opzione non frequente nella concorrenza). Oltre a ciò negli anni la compagnia ha stretto accordi con i proprietari di contenuti, ha sviluppato tecnologie per la visione e ha fornito servizi ad altre compagnie della rete, sempre in competizione con gli omologhi servizi di colossi quali Yahoo! e Google.
La quotazione in borsa di Blinkx è interpretata come il segno che il mercato del video in rete ha raggiunto ormai la sua maturità: Derek Brown, analista Seymou Pierce, prevede sulle pagine del Times che l’interesse nei confronti della quotazione sarà alto data «l’esplosione dei video non strutturati in rete». Dopo l’acquisizione e la successiva quotazione in borsa, le quote detenute da Autonomy dovrebbero passare dal 90% al 10%. Secondo il Times il risultato di una simile fusione potrebbe dare alla nuova Blinkx (che per motivi commerciali manterrà il nome attuale) un valore di mercato tra i 150 ed i 500 milioni di dollari, a fronte dei 165 milioni spesi da Autonomy (che conta di ottenere profitti dalla pubblicità allegata alle clip video).