Blizzard contro Valve: lotta tra colossi a causa di DOTA 2

Lotta sul possesso del marchio DOTA tra Valve e Blizzard
Blizzard contro Valve: lotta tra colossi a causa di DOTA 2
Lotta sul possesso del marchio DOTA tra Valve e Blizzard

Valve ha da poco svelato i piani per lo sviluppo di DOTA 2, un capitolo di Defense of the Ancients sviluppato da IceFrog stesso, creatore del gameplay di successo caratteristico di DOTA, su Source Engine. Ma la cosa non va a genio a Blizzard.

Uscita come mappa amatoriale per Warcraft III nel lontano 2003 e poi migliorata di continuo nel corso del tempo grazie ad un lavoro certosino e costante dei suoi sviluppatori (che aggiornano di continuo il gioco con patch), DOTA (Defense of the Ancients) è una modalità di gioco inventata ad hoc che mette il giocatore nei panni di uno tra le decine di eroi selezionabili a fianco di altri 4 compagni con l’obiettivo di aiutare l’esercito del proprio tema governao dall’IA a sfondare le fila nemiche fino a distruggere il bersaglio fondamentale sito al centro della base avversaria.

Il mod ebbe un successo strepitoso tanto da essere incluso in tornei mondiali riconosciuti come quelli del Blizzcon o i WCG, da generare dei titoli stand-alone basati sul concept del gioco come League of Legends o Heroes of Newerth, e tanto da essere sviluppato anche per StarCraft II, come recentemente rivelato durante il Blizzcon 2010 (descritto come il Super Smash Bros dei tioli Blizzard).

Lo sviluppatore originale, IceFrog, si è da poco unito a Valve per poter realizzare DOTA 2 su Source Engine, ma Rob Pardo, Vicepresidente Esecutivo del Game Design di Blizzard, non sembra essere concorde con il nome scelto da Valve per il gioco: “Questo significa di fatto togliere qualcosa dalla community di Blizzard e Warcraft III e non sembra la cosa giusta da fare”.

Pardo ha poi specificato: “Appare strana la mossa di Valve di rendere esclusivo il trademark di un gioco che è stato gratuitamente disponibile a noi e a tutta la community di Warcraft III finora. Di solito Valve è a favore della community di modder. È una compagnia così orientata alla community che ci fa apparire strana la mossa fatta… Non ne capisco veramente il perché ad essere onesti”.

Pardo ha infine chiarito la risposta di Blizzard ad una eventuale disputa sul possesso del nome DOTA: “La nostra risposta è che loro non detengono il nome DOTA al momento. È qualcosa che stanno richiedendo. La nostra opinione è che dovrebbe continuare ad essere disponibile a Blizzard e alla nostra community”.

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