L’entrata in gioco di un grande nome come Blockbuster nel mondo del video on demand e della vendita e noleggio di film e serie tv in rete non poteva lasciare intatti gli equilibri, così nonostante il ritardo ora arrivano le prime grandi partnership che daranno forma al mercato che verrà.
È Microsoft, con il suo Live Mesh, uno dei primi servizi che andrà a braccetto con la visione dei film del catalogo Blockbuster. La collaborazione in sostanza si risolverà in «più film su più device» (queste le parole della società). Tutto quanto accadrà infatti attraverso la piattaforma Live Mesh di Redmond, l’idea Microsoft per la condivisione delineata nelle settimane scorse direttamente dall’erede di Bill Gates, Ray Ozzie.
In sostanza Live Mesh è il sistema Microsoft finalizzato a condividere i medesimi dati su diversi device connessioni alla rete. Si possono sincronizzare dati tra diversi pc, ma anche tra strumenti tecnologici diversi, perchè a parlare la medesima lingua è il software Microsoft. Soprattutto Redmond ha deciso di aprire tutto quanto agli sviluppatori indipendenti che potranno plasmare il servizio come meglio credono. Inoltre presto arriverà anche la compatibilità con Windows Mobile e i computer Apple.
«Alla fine daremo ai clienti accesso istantaneo a qualsiasi film su qualsiasi device che abbia una connessione e uno schermo» ha dichiarato Keith Morrow, CIO di Blockbuster, intendendo che con Live Mesh le persone potranno mettere pausa al film su PC e ricominciare a vederlo subito sul televisore se i due strumenti sono collegati alla rete e possono pertanto sincronizzare i diversi utilizzi. Ma non solo: Morrow prevede ad esempio un sistema in grado di notificare ai genitori se i figli stanno guardando un film durante l’orario dei compiti.
Eppure, nonostante i buoni propositi, è indubbio come Blockbuster sia indietro sui tempi rispetto ai competitor: bisognerà infatti ancora aspettare il primo quarto del prossimo anno per vedere il servizio on demand arrivare su un lettore Blu Ray (o un qualsiasi set top box) e quindi direttamente sui televisori.
Se Sparta piange Atene non ride e anche dalle parti di Netflix sorgono infatti i primi problemi. In una maniera apparentemente inspiegabile, infatti, molti clienti del servizio stanno avendo un calo drastico della qualità di streaming da 4 “palle” a una sola “palla” (unità di misura del servizio). In Netflix non si sa ancora bene come la cosa sia potuta accadere, ma v’è la certezza che la colpa debba ricadere sui clienti e non sul Roku (il set top box di proprietà che trasmette i contenuti). Al momento, quindi, le lamentele dei clienti rimangono senza risposta, sperando il tempo risolva magagne dalla natura ignota.