Sempre più persone “anziane” si appassionano nella blogosfera italiana.
Sempre più fanno notizia e sorprendono anche se in realtà è naturale e non ci sarebbe davvero nulla di cui meravigliarsi: l’uomo è un animale sociale che non vive senza comunicare! È anche vero che per natura l’essere umano è abitudinario e il luogo comune stabilisce che si adatta difficilmente alle novità e sempre più difficilmente con l’andare avanti dell’età.
Chi ha visto la Seconda Guerra Mondiale (se non anche la Prima) pensa che sia inaccettabile la presenza dell’informatica, dei PC, di Internet, ecc… e invece eccoli qui gli anziani che si divertono con questi aggeggi, perchè li hanno visti nascere, anzi loro erano lì prima che questi aggeggi nascessero.
Probabilmente quando qualche fanatico spediva delle mail e armeggiava sui bestioni della Nasa, erano troppo impegnati a pensare alla famiglia, a vivere il boom economico.
Ora sono in pensione, i figli sono gradi e autonomi e possono dedicare tutto il tempo che vogliono ad utilizzare questi strumenti. E si lasciano affascinare, avvolgere e appassionare.
Un caso di questo tipo lo viviamo da ormai più di un anno a Torino nel blog del quartiere Sanpaolo: Sanpablog.
Da quando è partito questo progetto si è manifestata da subito alla redazione una tale matilde che fin da principio ha lasciato un alone di mistero intorno a sé (anche se non voluto): mandava continuamente mail alla redazione chiedendo di inserire il tale commento o il tale post. Dopo diversi scambi di mail le si è insegnato a distanza ad utilizzare direttamente gli strumenti del blog.
Ora scrive e commenta autonomamente sul blog partecipando attivamente alle discussioni che vengono lanciate, lasciando spesso pillole di ricordi del quartiere e di suoi ricordi legati alla vita in quella zona.
A settembre le si è fatto gli auguri per i suoi 79 anni pubblicamente e con tanto affetto hanno partecipato in molti al festeggiamento.
Qualche giorno fa Repubblica si è occupato di un caso analogo della provincia di Arezzo: Nedda 86 anni, insegnante elementare in pensione, marito malato da curare (come Matilde), apre una finestra sul mondo a cui tanto ha dato e tanto continua a dare, ma dal quale molto ha ancora da ricevere e apprezzare.
Il titolo del blog è l’Eredità di Nietta perchè spiega lei “ai miei sei figli non lascio ricchezze, lascio quello che scrivo”.