Blu Ray a picco assieme all'economia

La dura vita del formato Blu Ray è ora resa ancora più dura dalla crisi dell'economia statunitense che potrebbe secondo molti impedire un definitivo decollo delle vendite di dischi e lettori anche per il prossimo Natale
Blu Ray a picco assieme all'economia
La dura vita del formato Blu Ray è ora resa ancora più dura dalla crisi dell'economia statunitense che potrebbe secondo molti impedire un definitivo decollo delle vendite di dischi e lettori anche per il prossimo Natale

La vita travagliata del Blu Ray si arricchisce di un altro problema: la crisi dell’economia. Non poteva esserci momento peggiore per il nuovo formato di Sony: sbaragliato finalmente il rivale HD DVD e con il Natale alle porte, si trova ora davanti una comunità di consumatori senza soldi.

Tutti risentono di un’economia in crisi, in primis la grande distribuzione e tra i beni di largo consumo l’elettronica di lusso è la più sacrificabile. In più il Blu Ray è parte di una catena della qualità, posizione che di certo non gli giova. Per essere stimolati all’acquisto di un lettore Blu Ray infatti occorre anche possedere un televisore HD e mettere in cantiere l’acquisto di dischi Blu Ray, cose che hanno il loro rilevante costo.

La mossa per la stagione natalizia sarà l’uscita di una nuova strenna di titoli Disney ad alta definizione, uno dei prodotti di maggior traino di sempre, oggetto da regalo perfetto. Gli analisti si sono divisi sulla possibilità che una simile mossa possa tamponare i guai del formato e quella secondo cui sarà tutto inutile. E ne potrebbe risentire non solo Sony, ma anche chi i Blu Ray li produce, dagli studi cinematografici ai grandi network televisivi. Perchè ormai i lettori sono abbastanza diffusi (grazie alla Playstation 3) ma lo stesso i dischi non si vendono.

Colpa di un altro prodotto concorrente, i lettori DVD in grado di fare upscaling, cioè in grado di “migliorare” un po’ l’immagine dei normali DVD adattandola ai televisori HD. Dunque anche una fetta di coloro i quali sarebbero equipaggiati adeguatamente per acquistare materiale Blu Ray (sia dischi che lettori) non lo fa, scegliendo l’alternativa più economica. Subisce un tonfo incredibile così il “mito della qualità” cioè quella teoria secondo la quale il consumatore medio sarebbe pronto a spendere di più per una qualità maggiore.

Chi guarda il bicchiere mezzo pieno come Chris Saito della Paramount sostiene che «nonostante l’economia sia in un momento duro, i produttori stanno notevolmente abbassando i prezzi dei televisori HD», così come sta succedendo per i prezzi dei lettori, anche se la recessione sembra sempre più veloce.

Infine l’ultimo grande nemico del Blu Ray è il più temibile, cioè l’alternativa per eccellenza (per chi non vuole considerare la pirateria ovviamente): il download legale, se non addirittura la visione in streaming. Prezzi pari a un decimo o un ventesimo, alle volte gratis e qualità assolutamente accettabile. Così tutta una grande parte dei cosìddetti “early adopters” non ha adottato il disco di Sony, ma le alternative più moderne e convenienti di iTunes o Netflix, abbandonando quasi definitivamente il formato fisico per l’immateriale.

Perchè, lo si è detto tante volte, la lotta di Sony non è tanto quella per affermare il suo nuovo formato di visione video, quanto il simbolo della lotta tra il formato di veicolazione materiale dell’intrattenimento contro quello immateriale dei file che viaggiano in rete e giungono su molteplici device di cui il televisore è solo uno tra i molti.

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