L’AGCM ha ordinato lo stop agli aumenti delle bollette telefoniche che gli operatori avevano annunciato a seguito del ritorno al sistema di fatturazione mensile. L’Autorità Garante per la Concorrenza e del Mercato ha definito questa scelta come una misura cautelare all’interno dell’istruttoria avviata a febbraio per accertare l’eventuale cartello tra TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre. Gli operatori, in concerto con Asstel, avrebbero coordinato la strategia commerciale concernente il nuovo sistema di fatturazione su base mensile.
Si ricorda, al riguardo, che gli operatori, annunciando l’addio alle bollette fatturate ogni 28 giorni, avevano deciso di spalmare i mancati introiti derivanti dalla diminuzione del numero di rate annuali sul costo dei canoni, aumentando le tariffe dell’8,6%. Un annuncio che era stato dato quasi in contemporanea e questo aveva fatto sospettare la possibilità di un cartello. L’AGCM ha evidenziato che la documentazione raccolta durante le ispezioni all’interno degli uffici degli operatori parrebbe confermare l’ipotesi istruttoria. L’Autorità, dunque, nell’ordinare la sospensione delle tariffe in via cautelativa, ha ordinato anche che gli operatori definiscano la propria offerta di servizi in modo autonomo rispetto ai propri concorrenti.
Per le associazioni dei consumatori che per prime avevano denunciato il comportamento degli operatori, la decisione dell’Antitrust è una vittoria in favore di milioni di utenti italiani. Il presunto cartello tra gli operatori, oltre ad annullare gli effetti dello stop alle bollette ogni 28 giorni, impediva, nei fatti, alle persone di poter scegliere un’offerta più conveniente.
Il pressing sulle società di telefonia si fa sempre più duro. Proprio pochi giorni fa, AGCOM era intervenuto attraverso una delibera trasformando i rimborsi sui canoni non dovuti nelle bollette a 28 giorni in speciali sconti nelle fatture, per aggirare una scelta del TAR che aveva congelato i rimborsi.