La lunga telenovela delle bollette a 28 giorni non si è ancora conclusa. Rimane ancora in piedi il problema dei rimborsi che gli operatori dovrebbero erogare ai loro clienti ma sui quali è pendente un ricorso. Proprio il prossimo 4 luglio, il Consiglio di Stato stabilirà se i rimborsi dovranno essere automatici oppure no. Nel frattempo, alcuni operatori hanno iniziato a proporre ai loro clienti una soluzione alternativa sotto forma di servizi gratuiti o bonus.
Gli utenti sono liberi di accettare oppure no ma la domanda che tutti si pongono è se questa via è conveniente oppure se è meglio puntare al rimborso. A provare a rispondere a questo dilemma ci ha pensato l’Osservatorio SosTariffe.it attraverso un suo ultimo studio.
Secondo alcune simulazioni, l’Osservatorio ha stimato che gli indennizzi alternativi hanno un valore medio di 52 euro contro i 18 euro del valore medio del rimborso. All’apparenza, dunque, gli indennizzi parrebbero più convenienti.
Più nel dettaglio tuttavia, si nota come non sempre optare per le offerte delle compagnie telefoniche comporti un effettivo vantaggio. I ristori proposti dai provider, infatti, oscillano da un valore minimo di 28 euro a un massimo di 61 euro. Mentre invece per il rimborso monetario, i clienti si dovranno accontentare di indennizzi compresi tra i 13 e i 31 euro.
L’effettiva convenienza del ristoro alternativo, pertanto, va valutata caso per caso. Potrebbe rivelarsi un vero affare o una “fregatura” a seconda delle opzioni scelte e dell’effettivo rimborso che spetterebbe.
Il paniere dei servizi alternativi proposti è molto ampio: si va dalle chiamate illimitate, ai pacchetti di gigabyte anche da condividere, dai trattamenti in centri benessere fino ai voucher e agli abbonamenti a riviste.