Tra le tante innovazioni create da Apple, ve ne sono alcune silenziose che hanno migliorato la vita digitale di tutti gli utenti, anche di chi è solito utilizzare sistemi operativi diversi da OS X e iOS. Una di queste tecnologie fondamentali è Bonjour, un sistema di DNS Multicast ormai implementato in molti prodotti di terze parti come set top box, fotocamere, lettori multimediali e smartphone.
Bonjour non fa altro che aggiungere servizi sulle reti locali, ovvero le LAN domestiche, che altrimenti non sarebbero disponibili di default sul protocollo IP per precise limitazioni del mezzo. Stiamo parlando della possibilità di riprodurre musica condivisa da più computer nella casa, lo streaming video da un dispositivo portatile al televisore del salotto, le chat nelle Intranet, la navigazione di siti ospitati solo su server locali e chi più ne ha più ne metta. Volendo semplificare – senza tuttavia la pretesa di essere esaustivi – Bonjour abilita servizi IP anche laddove non esista un server DNS di riferimento che ne gestisca le richieste, rendendo tali DNS dinamici e on the go.
Dato il successo della tecnologia, Apple sarebbe intenzionata a far crescere Bonjour fino a farlo diventare uno standard enterprise, ovvero capace di superare i confini di una rete locale. Lo spiega l’ingegnere Apple Stuart Cheshire, durante la conferenza organizzata dall’Internet Engineering Task Force (IETF) e tenutasi questa settimana:
«Abbiamo focalizzato Bonjour sulle reti domestiche, ma negli ultimi 10 anni il DNS Multicast è diventato davvero popolare. Qualsiasi stampante di Rete sfrutta Bonjour. TiVo, i registratori digitali domestici e le fotocamere lo usano. iPad e iPhone anche, ed è per questo che continuiamo a ricevere richieste di spiegazione da utenti impossibilitati a inviare una pagina dal loro iPad alla stampante del palazzo di fronte.»
Rendendolo uno standard globale, Bonjour potrebbe essere sfruttato per abilitare i servizi sopracitati fra LAN diverse o addirittura in Internet: ad esempio, una stampante associata potrebbe essere gestita da remoto da un tablet, il tutto a configurazione zero ed evitando i colli di bottiglia – disponibilità di banda esclusa – a cui Internet sottopone. Per questo motivo, Apple avrebbe iniziato dei contatti preliminari proprio con l’IETF per vagliare la fattibilità di questa strada.