All’inizio del 2020 inizierà un periodo di cambiamenti per il digitale terrestre che si concluderà a luglio del 2022. Si passerà progressivamente ad un nuovo standard che porterà alcuni importanti vantaggi tecnici come una minore occupazione di banda ma con la garanzia sempre di un’elevata qualità delle trasmissioni. Entro il 2022, dunque, le trasmissioni del digitale terrestre abbracceranno lo standard standard DVB-T2. Questo passaggio è dovuto anche alla necessità di liberare le frequenze dei 700 MHz che serviranno per le nuove reti 5G.
Il passaggio sarà graduale, tuttavia questo significa per qualcuno dover cambiare televisore o decoder. Una spesa non prevista che per qualcuno potrebbe risultare “fastidiosa”. Fortunatamente è in arrivo un bonus di 50 euro a famiglia che potrà essere utilizzato per l’acquisto dell’apparecchio compatibile con il nuovo standard. Per capire chi ne potrà usufruire e la prassi da seguire per accedervi, ADUC – Associazione Diritti Utenti e Consumatori, ha predisposto una comoda guida.
Bonus TV: cosa c’è da sapere
Innanzitutto, i 50 euro di bonus sono destinati ai residenti in Italia appartenenti a nuclei familiari con valore ISEE non superiore a 20.000 euro per un solo acquisto (a nucleo) effettuato nell’arco temporale 18 Dicembre 2019 – 31 Dicembre 2022. In secondo luogo, il contributo è valido solamente per apparecchi TV o decoder idonei alla ricezione dei programmi trasmessi con le nuove tecnologie DVB-T2, per i quali fa fede la dichiarazione del produttore.
Il bonus sarà erogato come sconto che il venditore dovrà applicare al momento dell’acquisto del prodotto. Il contributo si potrà erogare fino all’esaurimento dei fondi dedicati (25 milioni di euro per il 2019, 76 milioni di euro il 2020 e 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022).
Tuttavia, è necessario seguire un piccolo iter per ottenere il bonus dei 50 euro:
- consegna al venditore da parte dell’utente di un’autocertificazione contenente il valore del proprio ISEE e la dichiarazione di non aver già fruito del bonus;
- l’invio telematico, da parte del venditore, dei dati della transazione al Ministero (MISE);
- verifica del Ministero, anche relativamente alla disponibilità dei fondi, con eventuale rilascio al venditore di un’attestazione riguardante la disponibilità dello sconto.
Il venditore recupererà il contributo come credito d’imposta in sede di dichiarazione dei redditi.