Cresce a doppia cifra il mercato delle smart home in Italia. Nel paese iniziano ad affacciarsi player del calibro di Google ed Amazon e parallelamente arrivano i prodotti anche di piccole startup. Inoltre, i prodotti per le smart home, prima quasi impossibile da trovare o disponibili solamente nei negozi specializzati, stanno iniziando ad apparire sempre di più all’interno dei negozi delle maggiori catene di elettronica.
Contestualmente cresce anche l’interesse dei consumatori verso soluzioni sempre più evolute che offrano però le necessarie garanzie di sicurezza e privacy. L’Internet of Things entra nelle case degli italiani e il mercato delle soluzioni IoT per la smart home nel nostro Paese vale 185 milioni di euro nel 2016, +23% rispetto all’anno precedente. Ma il suo potenziale è davvero enorme, perché la casa connessa si propone come il fulcro dell’ecosistema “internet delle cose”, capace di trainare dietro di sé diversi settori chiave del Made in Italy. Questi sono alcuni dei risultati della ricerca Smart Home dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.
L’82% del mercato è ancora legato alla filiera tradizionale, composta da installatori e distributori di materiale elettrico, ma cresce la quota dei “nuovi” canali come retailer, eRetailer e assicurazioni che insieme rappresentano il 18% (circa 30 milioni di euro). I possibili impieghi sono molti e variegati, però la maggioranza delle oltre 290 soluzioni per la casa connessa censite in Italia e all’estero (il 31%) è dedicata alla sicurezza, seguita dalla gestione energetica (come i nuovi dispositivi Nest di Google).
L’offerta di prodotti per la Smart Home è in continuo divenire. Il 68% delle soluzioni sul mercato è “Do It Yourself”, con un processo di installazione semplificato, anche se non tutti gli utenti sono in grado di fare a meno del tecnico: il 70% di chi ha acquistato prodotti connessi si è rivolto a installatori o piccoli rivenditori.
L’ingresso dei grandi marchi spingerà certamente lo sviluppo della casa connessa, renderà più facile l’interoperabilità tra i vari oggetti e sarà fondamentale per aumentare la fiducia dei consumatori.
Il 26% dei consumatori italiani dispone di almeno un oggetto intelligente e connesso nella propria abitazione e il 58% ha intenzione di acquistarli in futuro. Tuttavia, secondo una ricerca Doxa, gli italiani non ritengono ancora sufficientemente pronta l’offerta smart home: chi non dispone già di oggetti connessi nella sua abitazione nel 50% dei casi è “in attesa di soluzioni tecnologicamente più mature” per acquistarli. E c’è scarsa fiducia sulla possibilità che i dati personali siano protetti da eventuali attacchi da parte di hacker: il 67% dei potenziali acquirenti è preoccupato per i rischi di accesso o controllo degli oggetti connessi da parte di malintenzionati.