Nel nuovo processo statunitense relativo alla violazione dei brevetti che inizierà a fine marzo, Apple ha avanzato a Samsung una richiesta definita «insana» da più parti: la casa di Cupertino chiede infatti che la rivale paghi ben 40 dollari per ogni smartphone e tablet venduto. Trattasi della richiesta più elevata mai vista in una causa legata all’industria dell’elettronica di consumo.
Nello specifico, Apple chiede una tassa di 40 dollari per ogni dispositivo Samsung che viola uno dei cinque brevetti software oggetto della querelle. Sono brevetti di importanza cruciale poiché comprendono alcune funzioni centrali di un device mobile, ovvero relativi alla ricerca unificata, alla sincronizzazione dei dati, alla funzione di slide-to-unlock (scorrimento per lo sblocco del telefono/tablet), all’auto-completamento testuale e alla funzione che trasforma i numeri di telefono in elementi cliccabili dall’utente. L’obiettivo di Apple appare chiaro: la nota azienda vorrebbe trarre profitto dalle ingenti vendite dei prodotti di Samsung, il cui portfolio complessivo è costituito da modelli che costano meno di 400 dollari.
È importante notare che, in una precedente causa del 2010, Apple chiedeva alla rivale una tassa di 30 dollari per concederle le licenze dei propri brevetti, cosicché Samsung potesse usarle per i dispositivi proprietari. Ciò implica che l’atteggiamento della Mela si è indurito nel corso degli ultimi quattro anni e che all’orizzonte non si intravede alcuna possibilità di un accordo che possa soddisfare entrambe le parti. In una dichiarazione concessa nelle scorse ore, uno degli avvocati di Samsung ha spiegato che «ad Apple non dovrebbe esser concesso di sparare a caso una cifra enorme e di sedersi quando noi abbiamo le mani legate e non possiamo mostrare alla giuria che ciò è totalmente sproporzionato rispetto a ciò che accade realmente nel mercato».
La stima di 40 dollari per device così può essere scomposta nel valore di 8 dollari per ognuno dei cinque brevetti Apple contestati; il team legale di Cupertino sostiene che, nonostante la tassa, Samsung potrà eventualmente girare il maggior costo agli utenti finali poiché con le proprietà intellettuali concesse in licenza i suoi dispositivi avranno, secondo Apple, un maggior valore. La casa sudcoreana si oppone però poiché è fortemente convinta che la cifra richiesta dal competitor sia davvero inaccettabile e, per dimostrarlo, ha anche voluto mostrare alla giuria gli accordi di licenza stretti con HTC. Gli avvocati di Apple hanno però specificato che la casa non è assolutamente disposta a stringere con Samsung il medesimo accordo fatto con la taiwanese HTC.
Apple e Samsung sono attualmente i leader globali del mercato smartphone e tablet e guadagnano la maggior parte dei profitti in tale segmento.