Brevetti: Apple e Samsung cercano un nuovo accordo

Con l'aiuto della FTC, Samsung e Apple starebbero cercando un nuovo accordo per porre definitivamente fine alla guerra dei brevetti.
Brevetti: Apple e Samsung cercano un nuovo accordo
Con l'aiuto della FTC, Samsung e Apple starebbero cercando un nuovo accordo per porre definitivamente fine alla guerra dei brevetti.

Riferisce il Korea Times che, con l’aiuto della Fair Trade Commission (FTC), Apple e Samsung avrebbero avviato nuove trattative per porre definitivamente fine alla guerra dei brevetti che le vede contrapposte ormai da troppo tempo. Le due aziende starebbero discutendo i modi per giungere a un accordo comune che possa andare bene a entrambe.

«Per quello che so io, le società hanno ripreso le discussioni a livello di lavoro per la firma di un potenziale accordo» ha dichiarato un funzionario anonimo della FTC. «Sono in procinto di ridurre le differenze nel pagamento delle royalty», spiega, aggiungendo che oltre alle discussioni tra i due giganti vi sarebbe anche direttamente coinvolta la Fair Trade Commission stessa, la quale starebbe discutendo della questione con le autorità antitrust statunitensi ed europee.

Il dirigente della divisione mobile di Samsung JK Shin potrebbe pertanto volare negli Stati Uniti all’inizio del prossimo anno, per incontrare i top manager di Apple e discutere con loro di un possibile accordo per le licenze dei brevetti. I due competitor avrebbero però ancora delle grosse difficoltà ad accordarsi su quali proprietà intellettuali proprietarie concedere le licenze o meno.

La speranza della casa sudcoreana è quella di firmare un accordo di cross-licensing per accedere ai vari brevetti di Apple che riguardano il design, le SEP e altri elementi più commerciali dei dispositivi. Apple però chiede alla rivale oltre trenta dollari per ogni device che ha violato le sue proprietà intellettuali, e si tratta di una cifra considerata da Samsung troppo elevata. I due competitor avevano già in passato cercato di accordarsi, prima del noto processo presieduto dal giudice Lucy Koh, ma non fu possibile giungere a una conclusione e di conseguenza l’unico modo per risolvere la questione fu quello di procedere con il processo, che ha poi condannato Samsung a pagare 1,05 miliardi di dollari, una cifra successivamente ridotta a 900 milioni di dollari.

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