Il momento è importante: manca poco alla votazione sulla direttiva che potrebbe aprire l’Europa ad una legislazione sui brevetti di stampo simil-americano. In queste ore tutte le voci interessate stanno scendendo in campo per portare il proprio contributo alla discussione e sollevare un coro in grado di fare quantomeno ostruzione mediatica alle posizioni contrarie. Nelle ultime ore 5 importanti nomi si sono aggiunti all’elenco dei favorevoli all’introduzione della direttiva, e sono 5 grandi nomi della telefonia europea: Alcatel, Ericsson, Nokia, Philips e Siemens.
La voce all’unisono giunge da una lettera aperta firmata dagli amministratori delegati dei 5 gruppi nella quale si esprime chiaramente la posizione comune a favore di una direttiva in grado di difendere il bacino europeo dai rischi derivanti da una eventuale caduta del regime dei brevetti: «riteniamo sia necessario garantire un quadro giuridico bilanciato per fare sì che l’Europa rimanga una regione competitiva per R&S ad alto valore aggiunto. Un elemento essenziale a questo riguardo è il quadro giuridico per i brevetti delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici». Inoltre: «il quadro giuridico per le invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici dovrà stimolare gli investimenti in R&S e riconoscere che le decisioni sugli investimenti e l’occupazione devono essere prese su queste basi».
Il documento chiede chiarezza normativa ed auspica il regime dei brevetti in nome della libertà e dello sviluppo. Particolarmente incisivo, in tal senso, l’intervento di Rudy Provoost, CEO Philips Consumer Electronics: «;è un mito il pensare che la direttiva favorisca le grandi compagnie ai danni di quelle piccole: l’EICTA rappresenta 10.000 piccole, medie e grandi imprese in Europa con oltre 2 milioni di dipendenti. Queste compagnie, lavorando assieme, formano un ecosistema di innovazione che è indispensabile per la crescita e la creazione di posti di lavoro in Europa». Sulla stessa scia Carl-Henric Svanberg (CEO Ericsson), Gerard Kleisterlee (CEO Philips) e Jorma Ollila (CEO Nokia) secondo i quali i brevetti sono l’unica arma in grado di tutelare le aziende europee nei loro investimenti per lo sviluppo.