Una causa fatta partire negli ultimi giorni contro 4 grandi colossi di internet come Yahoo, Google, AOL e Microsoft sta seriamente facendo pensare le autorità legali di rivedere il sistema di rivendicazione legale di brevetti violati.
La storia che potrebbe far traboccare il vaso è quella di Performance Princing, una piccola compagnia che ha denunciato le divisioni di raccolta pubblicitaria dei quattro principali operatori per aver utilizzato in tutti i loro anni di attività una tecnologia da loro brevettata. Il punto è che il brevetto in questione è molto vago e sia quest’ultimo che la relativa causa sembrano stati ideati appositamente per spillare soldi alle grandi compagnie.
La denuncia sostiene che «gli accusati hanno usato e continuano ad usare la tecnologia e i sistemi brevettati dal querelante per produrre, usare, vendere e offrirsi di vendere senza il permesso del querelante», la causa è stata presentata con un linguaggio abbastanza stentato che riflette del resto quello utilizzato per definire il brevetto: «sistemi e metodi per fare transazioni affaristiche in un network di comunicazioni globale come internet […] dando modo ai compratori di ridurre il prezzo del bene o servizio richiesto a seconda della performance del compratore in una determinata attività collaterale». Il brevetto inoltre specifica anche che tale processo può essere applicato a qualsiasi attività sia online che offline.
Nonostante l’apparente inconcludenza della causa e del brevetto Performance Pricing ha comunque le sue probabilità di successo poichè ha appositamente intentato la causa nella corte federale dell’East Texas, nota per la forte benevolenza verso i querelanti nella cause per violazione di brevetto, tanto che spesso la difesa preferisce patteggiare che non andare in tribunale.