Per Samsung arriva una nuovo problema legato ai brevetti. Questa volta il problema non ha nulla a che vedere con Apple perché la denuncia arriva direttamente dall’Italia. Nella giornata di oggi, infatti, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza hanno eseguito 26 perquisizioni nei confronti di altrettanti punti vendita presenti su tutto il territorio vicentino, facenti parte di note catene della Grande Distribuzione Organizzata (MediaWorld, Unieuro, Trony, e altri), nel corso delle quali sono stati sequestrati telefoni e tablet prodotti dalla casa coreana.
Il sequestro è scaturito da un’indagine coordinata dal dott. Hans Roderich Blattner, Sostituto Procuratore della Repubblica di Vicenza, dalla quale è emerso che Samsung ha prodotto e venduto sul territorio italiano dispositivi (smartphone e tablet) che infrangerebbero un brevetto Europeo registrato e valido sin dal 2002, di proprietà industriale di un’azienda italiana. Nella fattispecie, si tratterebbe di un brevetto di proprietà di Edico s.r.l. concernente un sistema che avvisa della pericolosità del suono riprodotto quando supera un certo livello. Più precisamente Edico s.r.l. possiede un brevetto di un’applicazione che permette di visualizzare sul dispositivo, una volta collegati cuffie o auricolari, una barra del volume che cambia colore in ragione della potenziale pericolosità per l’udito del volume raggiunto.
Una soluzione che Samsung avrebbe, secondo l’accusa, inserito a sua volta all’interno di alcuni suoi modelli di dispositivi mobile. Le Fiamme Gialle beriche hanno dunque provveduto a sequestrare i telefonini cellulari immessi sul mercato al fine di procedere ad una perizia che consenta di definire in modo compiuto gli elementi delle diverse varianti di presunto illecito a seconda del modello e del tipo di sistema operativo utilizzato. Sarebbero infatti ben 21 i modelli, tra cellulari e tablet, tutti di ultimissima generazione, dotati di questa soluzione tecnica tutelata da un brevetto europeo poi convalidato anche in Italia.
Inoltre, presso i punti vendita perquisiti, è stata sequestrata altresì un’ingente mole di documentazione contabile (documenti di trasporto, fatture di acquisto, contratti estimatori e/o di fornitura) attestante la provenienza, le modalità di immissione in commercio in territorio italiano e l’effettiva titolarità dei prodotti di telefonia mobile sequestrati.
Il danno, secondo l’accusa, sarebbe di oltre 60 milioni di euro. Samsung fa sapere che si rivolgerà immediatamente con le autorità competenti per chiarire la vicenda e per ottenere la revoca dei sequestri.
Tuttavia per la casa coreana trattasi di una situazione molto delicata che dovrà gestire con attenzione. Non è la prima volta, infatti, che Samsung si trova ad affrontare un problema di brevetti in Italia: nel luglio scorso il tribunale di Milano condannò ad esempio Samsung proprio per aver violato un brevetto stabilendo anche un risarcimento di 2 milioni di euro. Motivo del contendere era la tecnologia Dual SIM. La causa fu portata avanti per alcuni anni, ma alla fine il Tribunale diede ragione all’azienda Italiana e condannò Samsung per l’infrazione del brevetto all’interno dei cellulari SGH-D880, B7722 e C6112.