La direttiva europea relativa alla brevettabilità del software trova un nuovo passo avanti dopo che solo a metà Febbraio il procedimento era dovuto ripartire dal principio: il Consiglio Europeo ha infatti promosso il testo rimandandolo in Parlamento, ove avverrà entro 3 mesi la votazione che potrebbe mettere fine alla querelle.
Il dibattito nato in merito ai brevetti relativi al software aveva consigliato al Parlamento Europeo una rivisitazione del testo. Ora tale rivisitazione è stata indirettamente negata dalle motivazioni che fanno da supporto alla decisione del Consiglio. Secondo Florian Mueller, responsabile di nosoftwarepatents.com (il riferimento nato per proporre una contro-informazione ufficiale sul caso) spiega infatti che il tutto sarebbe stato approvato «per ragioni istituzionali», «per non creare un precedente» con altri processi in discussione presso il Consiglio.
Duro il commento del senatore Cortiana, in prima linea nella battaglia contro il testo in discussione: «Con l’approvazione […] della contestatissima direttiva sulla brevettabilità del software assistiamo a tutti i limiti delle Istituzioni europee: il Parlamento ha chiesto a chiare lettere di riavviare la discussione sul testo, e Commissione e Consiglio hanno ritenuto che fossero chiacchiere da bar, non risoluzioni del Parlamento Europeo. Siamo arrivati al ridicolo quando Barroso, richiesto in audizione dal Parlamento, ha risposto – e sta agli atti – che non aveva tempo». Cortiana ricorda inoltre come i brevetti possono diventare un pesante vincolo economico per l’Europa, a favore delle grandi multinazionali asiatiche ed americane.
Entro tre mesi il Parlamento dovrà ora esprimersi sul testo ri-proposto ed in tale sede si assisterà all’adozione ufficiale del provvedimento, alla proposta di eventuali emendamenti o all’inizio di importanti diatribe di carattere istituzionale.