Un gigantesco archivio di documenti a stampa vecchi anche di due secoli viene scansionato digitalmente al ritmo di migliaia di pagine al giorno. Succede in Gran Bretagna ed è il frutto del matrimonio tra la tecnologia e la sobria British Library.
Il progetto del British Newspaper Archive ruota attorno all’omonimo sito, che permette con una iscrizione gratuita (anche dall’Italia) di poter accedere a milioni di pagine di giornali che coprono gli eventi più significativi degli ultimi 300 anni. Il meccanismo è semplicissimo: ci si iscrive, si riceve una mail di conferma che spiega gli strumenti di ricerca e di accesso ai documenti e il gioco è fatto.
Il sito stimola la curiosità del lettore con una timeline nella quale si suggerisce di leggere la cronaca di Waterloo (1815) o dell’incorazione della regina Vittoria (1838) come fossero stati scritti ieri. L’effetto è assicurato, così come la navigazione è ottima, con bussola di orientamento, segnalibro, tag, il download in pdf (bloccato con una password se si tenta di modificarlo) e la possibilità di acquistarne la versione a stampa per utilizzi più raffinati, come una tesi.
La timeline serve anche ad ingolosire il pubblico, perché se la ricerca e l’accesso sono gratuiti, non lo è l’uso completo dell’archivio. Chiunque voglia sfruttare al massimo tale cumulo di documentazione deve sborsare 6,95 sterline per 48 ore di accesso, 29.95 per 30 giorni o 79,95 per un abbonamento annuale.
Si tratta di un’impresa sicuramente degna di nota, che proseguirà per un decennio, il tempo necessario per la squadra di operai dello scanner a digitalizzare le 40 milioni di pagine della libreria nazionale. Ed King, a capo della sezione giornali della British Library, l’ha definito il progetto «più ambizioso mai realizzato per aprire questa documentazione al pubblico».
Un aspetto interessante del lavoro di catalogazione online è la disposizione non solo contenutistica, ma anche geografica. Per il metodo storiografico la possibilità di avere un’idea in pochi click della documentazione disponibile in una certa area, oltre alla sua ampiezza e varietà, è un indubbio vantaggio, ma lo è anche per gli appassionati. In Inghilterra sta prendendo piede la moda di indagare sulle proprie originali familiari per scoprire, magari, un avo protagonista nel passato di qualche impresa oppure eminente per la propria comunità.
Teoricamente, anche in Italia si potrebbe pensare ad un progetto simile, anche perché la Biblioteca Nazionale di Firenze – che ha l’obbligo istituzionale di conservare tutto quello che viene editato nel Belpaese – non è certo inferiore a Londra in quanto a documentazione. Ma tra il Tamigi e l’Arno c’è un bel digital divide.