Il database del Google Cultural Institute si arricchisce oggi di una nuova sezione interamente dedicata al British Museum: sono oltre 4.500 le opere e gli artefatti fotografati o scansionati dal gruppo di Mountain View e caricati online, messi a disposizione di tutti, in modo completamente gratuito. Vi si può accedere tramite browser desktop, così come da smartphone o tablet.
Tra questi anche la Stele di Rosetta, una pietra di granito nero riportante un’iscrizione divisa in registri, con tre differenti grafie (geroglifico, demotico e greco), che consentì di perfezionare la comprensione dei geroglifici e di conoscere a fondo la civiltà dell’antico Egitto. Presente anche la cosiddetta Admonitions Scroll, un dipinto narrativo cinese risalente al VI secolo, tanto fragile da poter essere esposto all’interno del museo solo per brevi periodi durante l’anno. Sono esempi come questo che aiutano a capire quanto il progetto di bigG sia di fondamentale importanza per la diffusione della cultura e delle conoscenza, mettendo le informazioni a disposizione della collettività, senza alcun limite di fruizione.
Il British Museum, situato in Great Russell Street a Londra, è stato fondato nel 1753 da Hans Sloane, medico e scienziato, appassionato d’arte e collezionista. Sei anni più tardi fu acquistato dal governo britannico e aperto al pubblico. Attualmente sono presenti un totale di circa otto milioni di oggetti, appartenenti ad ogni epoca, a testimonianza della storia e della cultura dell’umanità, dalle origini fino ad oggi. Molti di questi vengono custoditi negli scantinati a causa della mancanza di spazio per esporli.
Lo scorso anno è stata messa in campo un’iniziativa che permette di riprodurre in scala alcune delle opere con l’ausilio delle stampanti 3D.