British Telecom accusata di violazione della privacy

British Telecom accusata di violazione della privacy

Problemi di privacy per British Telecom? Il colosso inglese delle telecomunicazioni, secondo le associazioni per la tutela della privacy, avrebbe monitorato e registrato per mesi l’attività online di migliaia di utenti, in modo da realizzare pacchetti pubblicitari personalizzati.

Questo tipo di raccolta di informazioni servirebbe a lanciare campagne di pubblicità comportamentale (behavioral advertising) l’ultima frontiera del marketing. Attraverso il sistema Phorm, British Telecom avrebbe monitorato il traffico online di circa trentamila abbonati ADSL, tra il 2006 e il 2007, senza avvertire gli utenti.

Un portavoce dell’azienda ha detto che il processo di acquisizione dei dati è stato portato avanti in forma anonima e le informazioni personali non sono state immagazzinate né elaborate. L’azienda ha anche aggiunto che il coinvolgimento diretto degli utenti avrebbe potuto influenzare il test, e per questo motivo non si è proceduto ad avvisare i cibernauti.

Richard Clayton, professore dell’università di Cambridge ed esperto di privacy nel settore delle telecomunicazioni ha detto di aspettarsi un’azione legale, in quanto l’attività realizzata con Phorm da British telecom è “contro la legge”.

L’attività di immagazzinamento dei dati da parte di British Telecom è stata oggetto anche di un rapporto del sito Wikileaks, che permette di immettere in Internet anche denunce anonime, e per questo è oggetto di pareri discordanti e controversi.

E mentre sembra che altre compagnie telefoniche e altri provider, soprattutto negli Usa, si stiano interessando alla tecnologia di Phorm, in Italia il Garante per la privacy ha voluto e ottenuto la cancellazione di tutte le informazioni legate alle attività online degli utenti dei principali gestori di servizi telefonici e telematici.

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