British Telecommunications, una delle compagnie telefoniche più vecchie al mondo ed operante nel Regno Unito, si scaglia contro Google: il provider sostiene infatti che la società di Mountain View avrebbe violato almeno uno dei brevetti in proprio possesso mediante una serie di servizi di primo piano offerti dal colosso delle ricerche ai propri utenti.
Diversi sono i nomi coinvolti nella denuncia, presentata da British Telecom presso la Corte di Delaware, negli Stati Uniti, tutti quanti in qualche modo legati all’universo Android: si va dallo strumento di ricerca sul web più utilizzato al mondo ai servizi di geolocalizzazione, passando attraverso tool per la riproduzione di brani musicali, il servizio Google Maps e, a quanto pare, anche il social network partorito nei laboratori californiani di Mountain View, Google Plus.
L’accusa mossa dalla compagnia telefonica europea passa attraverso diversi punti cruciali di altrettanti prodotti disponibili all’interno dei dispositivi Android, con tecnologie brevettate dalla società ed utilizzate impropriamente da Google. Tra queste figurano un sistema per la rilevazione di informazioni durante la navigazione assistita, uno per la raccolta di dati per fornire servizi legati alle reti disponibili e diverse altre funzionalità che la società statunitense annovera tra le feature del proprio sistema operativo e delle quali British Telecom reclama la paternità.
Quanto accaduto rappresenta dunque l’ennesimo caso in cui Google si ritrova costretta a dover difendere la posizione del proprio sistema operativo dedicato all’universo mobile, in costante ascesa ma allo stesso tempo perennemente punzecchiato da numerose società pronte a far valere i propri diritti. La natura gratuita di Android, insomma, potrebbe iniziare a scricchiolare sotto il peso dei costi di licenza, in costante aumento, che i produttori si trovano ad affrontare qualora scelgano la piattaforma del robottino verde.