In un solo anno le connessioni domestiche a banda larga negli Stati Uniti sono passate dal 55% al 63%. A rivelarlo è l’ente di analisi Pew Research Center, che ha condotto una approfondita indagine sulla diffusione e l’utilizzo della banda larga negli USA. I nuovi dati indicano una crescita notevole del settore, rimasto fermo al palo per un paio di anni con un incremento marginale del numero di nuove utenze.
Nonostante il difficile periodo per l’economia, alcune fasce di consumatori generalmente ritenute più deboli hanno guidato buona parte della rimonta del broadband. Stando al report redatto da Pew, l’utilizzo della banda larga tra gli over 65 è cresciuto di circa 11 punti percentuali su base annua portandosi al 30%, così come è aumentato del 10% tra le famiglie con un reddito inferiore ai 20mila dollari, raggiungendo il 35%. Infine, anche nelle aree rurali il broadband ha compiuto importanti passi avanti passando dal 38% registrato nel 2008 agli attuali 46 punti percentuali, un valido indizio legato a una progressiva attenuazione del digital divide per una parte sempre più consistente della popolazione statunitense.
Dati meno confortanti giungono invece dalle fasce di popolazione con un reddito superiore ai 75mila dollari all’anno. L’adozione del broadband è in questo caso aumentata di appena un punto percentuale, passando dall’84% del 2008 all’85% dei primi mesi del 2009. Una crescita prossima allo zero dovuta alla saturazione del mercato della banda larga tra le fasce dei più abbienti.
Osservando i dati forniti da Pew, la crisi economica sembra aver colpito meno duramente del previsto il comparto delle connessioni veloci a Internet. Solamente il 9% del campione analizzato ha dichiarato di aver eliminato o ridotto sensibilmente le spese per l’accesso alla Rete, a fronte del 22% che ha cancellato o tagliato fortemente l’abbonamento alla TV via cavo e al 22% che ha deciso di ridurre notevolmente le spese per il mantenimento di una utenza cellulare.
Internet e il broadband sembrano dunque reggere il colpo negli Stati Uniti, anche a fronte di un sensibile aumento delle tariffe per gli abbonamenti. In circa un anno la bolletta mensile per una connessione veloce a Internet è passata dai 34,50 dollari di maggio 2008 ai 39 dollari dello scorso aprile. Chi vive in un’area coperta da un solo operatore subisce una sorta di regime di monopolio, che comporta un ulteriore aumento delle tariffe mensili verso i 45 dollari. Nelle aree in cui la concorrenza è serrata e si fronteggiano quattro differenti operatori, i prezzi si riducono sensibilmente portandosi intorno ai 32,10 dollari al mese.
Il prezzo degli abbonamenti rimane per molti il principale ostacolo all’adozione di una connessione broadband. Un dato comune, come aveva già messo in evidenza alcune settimane fa la il rapportodell’OECD sull’adozione della banda larga nei 30 stati che aderiscono alla sua organizzazione. Dalla ricerca l’Italia risulta essere uno dei paesi meno cari per il broadband, ma il servizio offerto in cambio di un abbonamento è spesso scadente e con velocità di connessione ben al di sotto dei minimi promessi dalle compagnie telefoniche. Un ostacolo non indifferente al progressivo abbattimento del digital divide nel Bel Paese.